Un team internazionale di ricercatori ha raccolto prove che suggeriscono che le tartarughe giganti dell’atollo di Aldabra alle Seychelles potrebbero aver dovuto difendersi dagli attacchi dei coccodrilli.
Nell’articolo pubblicato sulla rivista “Royal Society Open Science” il gruppo ha descritto i fossili ritrovati, che sono riconducibili a coccodrilli abbastanza grossi da poter banchettare con le “Aldabrachelys gigantea“. Attualmente le testuggini vivono tranquillamente in queste isole data l’assenza di predatori, scomparsi in seguito ad eventi naturali, e anche grazie alle leggi atte a proteggere questi rettili secolari.
I ricercatori riferiscono di aver trovato parti di enormi carapaci di tartaruga fossilizzati con segni di morsi su di essi. Ancora più importante è stato il ritrovamento di una mascella appartenente ad un antico coccodrillo più grande dei precedenti fossili catalogati ed appartenenti alla già conosciuta specie “Aldabrachampsus dilophus“.
Il test di datazione su questi reperti ha rivelato che tutti possono essere collocati nel tardo Pleistocene, precisamente tra i 90 mila ed i 125 mila anni fa. Dalla dimensione della mascella inoltre, si è stimato che il rettile doveva misurare circa tre metri e mezzo per 250 Kg, quindi più grande degli altri viventi sull’atollo e più piccolo dell’attuale “Crocodylus niloticus” ma comunque capace di strappare via arti e testa delle tartarughe giganti.
Ovviamente questo porta a pensare a solo due possibili scenari: nel primo il coccodrillo può aver sorpreso la tartaruga mentre essa si abbeverava, nascosto sotto la superficie dell’acqua; invece nel secondo ha potuto lasciare i segni dei denti mentre tentava di raggiungere l’interno del carapace di un esemplare deceduto in precedenza. Quindi si va verso l’apertura di nuovi scenari di discussione, con argomento l’attacco diretto dei coccodrilli alle tartarughe giganti, sia in modalità di caccia che su animali già morti.