L’ipovitaminosi A, cioè la carenza di vitamina A, è la patologia più comune tra i cheloni acquatici e palustri, mentre è meno diffusa in quelli terrestri poichè in molti alimenti di origine vegetale sono presenti i carotenoidi (provitamina A).
Tale carenza è causata da un’alimentazione errata, spesso basata esclusivamente su prodotti confezionati (come per esempio i gamberetti essiccati) e si manifesta non prima dei sei mesi di vita. Infatti, mentre sono nell’uovo, gli hatchlings accumulano nel fegato una riserva di vitamina A.
La vitamina A svolge un ruolo importante in molte funzioni corporee delle tartarughe, tra cui la vista, la crescita ossea e l’accoppiamento. Inoltre è di aiuto ai linfociti nella lotta alle infezioni (batteri, funghi, ecc) e quindi è importante anche per il sistema immunitario.
Il sintomo più diffuso è la disfunzione dell’epitelio corneale, cioè l’infiammazione oculare: gli occhi appaiono serrati, gonfi e, nei casi cronici, presentano un accumulo giallastro (pus) sotto le palpebre. In queste condizioni la tartaruga mostrerà letargia ed inappetenza, con successiva perdita di peso; quindi bisognerà intervenire in fretta per evitare la morte per denutrizione.
Altri sintomi, meno frequenti, possono essere rappresentati anche da assottigliamento e desquamazione della pelle, da difficoltà respiratoria e da scolo nasale.
La prima cosa da fare, se la patologia è ancora nella fase iniziale, consiste in bagni in acqua salmastra (5 gr. di sale per litro) o in acqua e camomilla: sia il sale che la camomilla sono antibatterici ed antinfiammatori naturali. E’ possibile agire in due modi:
- immergere più volte, per pochi secondi alla volta, la testa della tartaruga in una delle due soluzioni acquose
- lasciare la tartaruga per circa mezz’ora all’interno di una vaschetta contenente una delle due soluzioni acquose
Ripetere almeno due volte al giorno il procedimento scelto. Se la tartaruga riapre gli occhi, bisognerà fornirgli alimenti ricchi di vitamina A come il fegato di pollo, il tarassaco e le carote.
Ricordiamo che quanto su descritto va effettuato solo se l’ipovitaminosi è in fase iniziale. Inoltre, se entro pochi giorni non si riscontrassero miglioramenti, bisogna rivolgersi urgentemente ad un veterinario esperto in rettili.
Si ringrazia per le foto: Federica Parrino, Federico Iseppato e Silvia Marzocca
© Copyright – Tartapedia
RIPRODUZIONE CONSENTITA SOLO IN PARTE E SOLO SE ACCOMPAGNATA DA LINK ALLA FONTE
NON E’ CONSENTITA ALTERAZIONE DEL TESTO ORIGINALE