Chiunque desiderasse negli Stati Uniti un pasto gourmet nei primi anni del XX secolo, poteva sempre contare su un piatto speciale: la tartaruga.
Servita come zuppa o arrostita, la carne di questo rettile è stata presente ovunque, dalle cene presidenziali ai pasti sui primi treni transcontinentali, diventando tanto richiesta da portare alla cattura di centinaia di “Malaclemys terrapin“, di “Macrochelys temminckii” e di altre specie statunitensi. Fortunatamente il boom si interruppe negli anni ’20 e le popolazioni cominciarono a ripopolare pian piano i corsi d’acqua.
Oggi gli amanti delle tartarughe sono nuovamente preoccupati a causa dell’aumento di richieste dalla Cina, ove vengono acquistate sia come animali domestici sia come cibo ed addirittura come ingrediente principale nella medicina sensuale tradizionale. Delle novanta specie presenti in Asia, circa il 75% è a rischio estinzione, chi maggiormente e chi meno. Questo calo di esemplari ha di conseguenza portato all’aumento della richiesta delle specie d’acqua dolce degli U.S.A. da parte dei cinesi. Negli ultimi anni quindi, alcuni stati come la Florida ed il Texas hanno vietato o limitato la loro cattura, temendo un crollo delle popolazioni selvagge.
In Louisiana invece, i residenti possono richiedere una licenza per catturare le tartarughe, senza limiti sul numero di esemplari, pagando semplicemente 25 dollari. Anche i cittadini stranieri possono richiedere tale licenza, pagando però 80 dollari. Questo prelievo senza regole preoccupa le organizzazioni impegnate per la conservazione della flora e della fauna locale e, per prevenire danni irreparabili, hanno presentato una petizione per chiedere alla Louisiana di vietate la raccolta di tartarughe per scopi commerciali.
«Le tartarughe sono una parte molto importante nella catena alimentare» ha detto Elise Bennett, del “Center for Biological Diversity“. «Da 300 milioni di anni contribuiscono a mantenere in salute i fiumi ed i laghi, mangiando carcasse di altri animali morti e limitando la crescita delle piante acquatiche e del numero di lumache».
E’ impossibile sapere quante tartarughe della Louisiana sono state strappate dalla natura per scopi commerciali, poichè non c’era obbligo di registro fino ad agosto scorso. L’agenzia “Fish and Wildlife Service” ha stimato in 17 milioni gli esemplari catturati dal 2012 al 2016, in particolare appartenenti alla specie “Trachemys scripta“, ma anche molte “Graptemys geographica“, “Pseudemys concinna“, “Chrysemys picta” e “Apalone spinifera“. Questo numero però, potrebbe includere anche quelle riprodotte e vendute dalle fattorie ed indicate falsamente come “di cattura”.
Secondo Peter Paul van Dijk, direttore del programma di “Conservation International” delle tartarughe, si è aggiunta un’altra pericolosa tendenza: il collezionismo delle specie rare selvatiche, quindi non di allevamento ma catturate.
«Abbiamo appreso più di cento anni fa che la caccia commerciale era una cattiva idea, che ha portato all’eliminazione di alcune popolazioni di animali selvatici» ha affermato Michael Forstner, biologo della Texas State University, aggiungendo poi: «Non c’è bisogno di cercare altri elementi per dimostrare che continuando così, si arriverà in fretta all’estinzione delle tartarughe acquatiche».
Sono tanti i biologi che sperano che questa petizione venga accolta, in modo che la pesca commerciale venga, se non completamente vietata, almeno regolata in maniera sostenibile per la fauna selvatica della Louisiana.
Fonte: National Geographic