Ieri pomeriggio i cittadini tahitiani hanno salutato per l’ultima volta la tartaruga gigante ospitata nell’Orto Botanico di Teva i Uta, uccisa mercoledì dall’attacco di alcuni cani randagi entrati nel recinto attraverso un buco nella rete, facilmente allargato.
Nel IXX secolo centinaia di migliaia di tartarughe delle Galapagos vennero catturate dai marinai per essere usate a bordo come scorta di carne fresca durante le lunghe traversate. Nel 1929 Gifford Pinchot, governatore della Pennsylvania, guidò e finanziò una spedizione zoologica sull’arcipelago in cui vennero prelevate molte specie di animali per il Museo Nazionale di Storia Naturale degli USA, tra cui anche iguane e tartarughe.
Due esemplari di testuggine furono donati allo scrittore Charles Nordhoff che visse a Papeete fino al 1938. Quando lascio la Polinesia, affidò le tartarughe al museo di Tahiti, nell’allora sede di Mamao. Dal 1965 la gigante coppia ha vissuto nella nuova sede di Papeari e nel 2008 è stata “ribattezzata” dagli alunni di due classi elementari locali. I nomi scelti, per niente banali, furono:
- Te Ara U’i (guardiana delle generazioni) per la femmina
- Te Ara Tau (l’osservatore dei tempi) per il maschio
Purtroppo, quest’ultimo ha smesso di osservare il tempo qui sulla Terra e sulla sua tragica morte è stato aperto un fascicolo contro ignoti. I primi elementi sono già stati raccolti e si spera che i responsabili “indiretti” vengano puniti quanto prima.
Nel frattempo la femmina è stata trasferita a Papeete, ove riceverà le necessarie terapie per curare le sue ferite che, per fortuna, sono state più lievi e non fatali come quelle del maschio, la cui carcassa è stata seppellita a pochi metri dal suo recinto.