Tre settimane fa, grazie ad una soffiata, la polizia malgascia ha trovato 10.976 esemplari di “Astrochelys radiata” nascosti all’interno di una villa sulla costa SO del Madagascar.
Nonostante gli enormi sforzi da parte del “Turtle Survival Alliance” e dei tanti veterinari volontari arrivati da ogni parte del mondo, gli aggiornamenti che giungono dall’isola africana non sono proprio incoraggianti.
Subito dopo il grosso sequestro, la Direzione Regionale delle Foreste autorizzò il trasferimento delle tartarughe presso il “Village des Tortues” dell’ONG francese “Soptom“, ma ciò ha avuto gravi conseguenze sulle popolazioni di testuggini già presenti all’interno del santuario. Il sovraffollamento ha favorito purtroppo la rapida diffusione degli agenti patogeni, che ha causato la morte di quasi mille esemplari.
Non conoscendo ancora la malattia epidemica, si è dovuto svuotare la clinica per effettuare un’intensa disinfezione ed è stato necessario dissotterrare le carcasse delle tartarughe precedentemente adagiate in una enorme buca. Per fermare l’avanzare dell’epidemia, è stato infatti deciso che sia le carcasse che gli esemplari più colpiti ed in stato terminale dovevano essere bruciati, al fine di preservare le altre migliaia di testuggini.
Gli esperti sono infinitamente arrabbiati e delusi poichè questa bellissima specie, che contava milioni di esemplari negli anni ’80, sta pian piano scomparendo a causa del bracconaggio ed anche per colpa del silenzio dei media internazionali: è molto rilevante condividere tali drammatiche notizie, in modo da informare il più possibile sui danni causati dall’egoismo umano.
In loco non c’è tempo da perdere ed ogni giorno si corre per salvare le migliaia di tartarughe raggiata ma, allo stesso tempo, bisogna anche far fronte ai tentativi di furto di tartarughe dai nuovi recinti posti fuori dal filo spinato ed è stato quindi fondamentale aumentare la gendarmeria. Questo ha comportato l’aggiunta di un altro tassello alle spese in uscita e l’importanza delle donazioni cresce di giorno in giorno.
Ieri pomeriggio si è tenuto un incontro a cui hanno partecipato le varie organizzazioni private e ministeriali coinvolte in questa vicenda ed è stato trovato l’accordo con il servizio CITES ministeriale per il placet per effettuare i prelievi di sangue e materiali epidermico al fine di effettuare le analisi e condividerne tra tutti i risultati.
Speriamo che i protocolli di cura messi in atto, l’isolamento degli esemplari più sensibili e la particolare attenzione dei vari team permetteranno di salvare nel tempo la maggior parte degli animali sequestrati, col desiderio che possano in un futuro ritrovare l’ambiente naturale.
Informazioni sulle donazioni nei due seguenti link: