Un gruppo di ricercatori tedeschi, ungheresi e vietnamiti hanno scoperto una nuova specie di tartaruga dal guscio molle, descritta sia nel Vietnam centro-settentrionale che sull’isola cinese di Hainan.
Grazie alle grandi macchie scure sul piastrone, questa nuova specie è stata “battezzata” come “Pelodiscus variegatus“, termine quest’ultimo che in latino indica proprio qualcosa di variopinto. Dunque, questa tartaruga va ad aggiungersi alle quattro specie già presenti del genere Pelodiscus (P. axenaria, P. maackii, P. parviformis e P. sinensis).
Tradizionalmente, le tartarughe dal guscio molle cinesi erano identificate tutte sotto l’unica specie “Pelodiscus sinensis“, ma nel corso degli anni si è scoperto che c’erano differenze morfologiche e genetiche fra i diversi esemplari. Ancora oggi si continuano a fare scoperte sul DNA di queste tartarughe e la prova più recente è data proprio dal lavoro pubblicato il 13 febbraio sulla rivista scientifica ZooKeys, in cui è stata descritta per la prima volta la “Pelodiscus variegatus“.
Tale nuova identificazione mette in dubbio la presenza della “Pelodiscus sinensis” sull’isola di Hainan, in quanto gli esemplari che fungevano da campioni museali di questa specie, in realtà appartengono alla “Pelodiscus variegatus“. Inoltre, non si può escludere che alcuni punti di presenza di “Pelodiscus sinensis” nel sud della Cina continentale si riferiscano alla specie scoperta il mese scorso.
C’è, infine, da sottolineare un aspetto preoccupante sulla conservazione della “Pelodiscus variegatus“, appena scoperta e già minacciata. Il più recente aggiornamento della “Lista Rossa IUCN” ha proposto i seguenti stati di conservazione per il genere Pelodiscus: “Data Deficient” (dati carenti) per la “P. axenaria” e la “P.maakii“, “Endangered” (in via d’estinzione) per la “P. sinensis” e “Critically Endangered” (in pericolo critico d’estinzione) per la “P. parviformis“. Poichè gli esemplari di “P. variegatus” erano stati classificati come “P. parviformis” prima del febbraio scorso, la nuova specie va di conseguenza sotto lo stato di conservazione “Critically Endangered“.
Si spera che, ora che sono state separate le specie, vengano adottate misure di conservazione ancora più efficaci delle poche attuate fino ad oggi.