Sul piccolo arcipelago di Mayotte, sito tra il Madagascar e il Mozambico, la carne di tartaruga marina è molto richiesta da una parte della popolazione benestante che la acquista anche a venti euro al chilo, sia per il gusto del proibito e sia perchè si crede abbia virtù afrodisiache.
Il bracconaggio è dunque ben diffuso su quasi tutte le spiagge, alcune famose proprio perchè amate dalle tartarughe per deporre. Purtroppo il lockdown imposto per l’emergenza Coronavirus non ha migliorato la situazione ma anzi, negli ultimi quindici giorni numerose carcasse di Chelonia mydas sono state trovate abbandonate sugli arenili.
A Plage de Moya l’associazione Oulanga Na Nyamba, impegnata nella protezione delle tartarughe marine, ha identificato 29 esemplari smembrati. «Questo è il secondo sito di nidificazione a Mayotte e generalmente è risparmiato dai bracconieri» ha dichiarato il presidente dell’associazione.
Ogni anno, in media, vengono scoperte dalle 300 alle 600 carcasse di tartarughe sulle rive di questo arcipelago, a cui vanno aggiunti gli esemplari portati via per essere macellati in seguito. Quest’anno, in un solo mese, si sono raggiunti gli stessi numeri, probabilmente anche per l’aumento della povertà dovuto alla chiusura di tutte le attività.
Gli agenti incaricati alla sorveglianza sono stati anch’essi confinati in casa e questo ha permesso ai bracconieri di agire indisturbati sulle spiagge. Dal 24 aprile il servizio di tutela è stato ripristinato e dopo pochi giorni sono stati arrestati i primi bracconieri.