La sera del 18 ottobre 2018, la polizia cinese fermò un furgone frigo nella cui cella furono trovate un totale di 107 tartarughe marine congelate, di cui 105 Caretta caretta e due Chelonia mydas.
Il procuratore della città di Zhoushan, nel maggio 2019 chiese un risarcimento da parte di Shen Moumou, proprietario del mezzo, di ben 3.123.600 yuan (circa 395.000 euro), mentre per gli altri due imputati che avevano venduto quattro esemplari a Shen, un risarcimento totale di 69.600 yuan (circa 8.800 euro) per il ripristino ecologico.
Dopo la sentenza definitiva, i tre uomini chiesero pubblicamente scusa e furono condannati a pene detentive ed al pagamento di ammende. Shen dovrà scontare dodici anni e sette mesi di carcere, oltre al pagamento di 150.000 yuan (circa 19.000 euro), gli altri due uomini invece furono condannati rispettivamente a cinque anni e otto mesi e ad un anno e due mesi, oltre a multe di 40.000 e 20.000 yuan.
Questo caso, insieme ad altri cinque riguardanti anch’essi il commercio illegale di specie selvatiche, è stato riproposto sui social del governo cinese per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla protezione dell’ambiente e sulla sicurezza della salute pubblica.
In molte province cinesi è stato vietato il consumo di carne di animali selvatici, comprese quelle provenienti da allevamenti e sono stati promessi aiuti economici a tali attività affinché possano riconvertirsi. Tutto ciò, in seguito alla pandemia da Coronavirus (COVID-19) che ha colpito soprattutto la provincia dell’Hubei.