Dopo i tre nidi in schiusa annunciati mercoledì dall’associazione “Caretta Calabria Conservation” da cui sono nati già oltre cento hatchlings, nelle prime ore di ieri sono giunte in acqua per la prima volta altre 52 piccole tartarughe, esattamente divise tra le regioni Basilicata e Sicilia.
Il nido di Acquafredda di Maratea (PZ) era stato deposto lo scorso 19 giugno e dunque, in linea con la media tempi di incubazione di Caretta caretta sulle coste italiane, dopo 45 giorni sono sbucate dalla sabbia 26 testoline, che si sono immediatamente dirette verso il mare, sotto lo sguardo attento degli operatori dell’Oasi WWF “Policoro-Herakleia“.
Ad Avola (SR) invece, la schiusa è stata decisamente tardiva ma comunque in linea con i tempi delle deposizioni che avvengono tra maggio ed i primi di giugno, cioè quando le temperature non sono ancora alte. Tale nido, individuato lo scorso 25 maggio, ha inaugurato la stagione di nidificazione del 2021 ma soltanto la notte tra mercoledì 3 e giovedì 4 agosto ha visto finalmente correre sull’arenile le prime tartarughine, attese oramai da qualche giorno dalla biologa marina Oleana Olga Prato, operatrice del “Progetto Tartarughe WWF Italia” e di “Life EuroTurtles“.
Nella giornata di ieri poi, sono state tre le nuove deposizioni rinvenute sulle spiagge pubbliche italiane, di cui purtroppo l’ultima andata completamente persa. La scoperta è avvenuta grazie ad un bambino che giocando con la sabbia sulla spiaggia di Gallina ad Avola (SR), ha portato alla luce alcune uova. A seguito della segnalazione del signor Giovanni Iannello, sul posto è corsa proprio la biologa Prato, la qualche purtroppo ha potuto soltanto constatare che le uova, deposte da più o meno un mese, erano completamente marce, probabilmente per l’estrema vicinanza alla battigia.
Le due lieti notizie sono arrivate invece dalla costa casertana, che sta sorprendendo tutti gli addetti ai lavori con le sue oramai quattordici deposizioni rinvenute tutte nel comune di Castel Volturno (CE), e dal Salento grazie allo splendido monitoraggio da parte dei “SEATURTLE Watcher“.
Il nido campano è stato trovato dai volontari del progetto “Domizia” sull’arenile dello stabilimento balneare “Flava Beach – Lido Fiore” ma essendo a meno di dieci metri dalla battigia, le 48 uova deposte sono state traslocate in un punto più alto da Fulvio Maffucci, ricercatore e tecnologo della Stazione Zoologica di Napoli.
In Puglia, esattamente nella località balneare di Torre San Giovanni (frazione di Ugento, Lecce), il nido è stato segnalato da Simone Potenza, responsabile dei volontari dello Ionio, e da Chiara Sarcinella. L’ispezione che ha confermato la presenza delle uova è stata effettuata dal personale del CRTM del Museo di Storia Naturale di Calimera (LE), poche ore prima della proiezione dell’anteprima del documentario dedicato proprio ai “guardiani delle tartarughe” salentini.