È trascorso circa un mese da quando si è avuta la prima emersione italiana di tartaruga marina del 2023, registrata esattamente sulla Costa dei Gelsomini dal personale dell’associazione Caretta Calabria Conservation. Da allora però non si sono più avute notizie di Zeffiria, l’esemplare senza una pinna posteriore che lascia sulla sabbia una traccia inconfondibile.
Ieri mattina, ben più a nord, su una spiaggia nell’alto Ionio reggino, una volontaria del progetto “TartAmar” del WWF ha identificato all’alba le due classiche scie che mamma-tartaruga crea all’uscita dal mare e al suo ritorno in acqua. Rosamaria Pavesi ha seguito con lo sguardo il punto di incontro di quelle tracce e ha trovato l’inconfondibile body pit, segnalandola immediatamente alla biologa Jasmine De Marco.
Grazie all’autorizzazione ministeriale in suo possesso, la Dr. De Marco ha potuto effettuare l’ispezione della traccia, riuscendo a trovare la posizione esatta della camera d’incubazione e quindi le uova. Per il terzo anno consecutivo, i volontari calabresi del WWF trovano un nido nel loro primo giorno di monitoraggio, l’anno scorso sulla spiaggia di Roccella Ionica (RC) e nel 2021 su una spiaggia non pubblica nel sud della costa ionica.