Per la prima volta da quando è stata recuperata, un’esemplare femmina di tartaruga azzannatrice del fiume Manning, una specie d’acqua dolce australiana a rischio di estinzione, ha deposto delle uova. La Myuchelys purvisi è una specie endemica del continente australiano, appartenente alla famiglia Chelidae. Abita soltanto le acque del fiume Manning e dei suoi affluenti, nel New South Wales, ed è classificata come severamente minacciata.
La sopravvivenza di questa specie è minata dalla presenza di animali invasivi come volpi, maiali e gatti che predano le uova nei nidi deposti lungo le rive del fiume, oppure i piccoli appena schiusi. Ma non solo, è infatti minacciata anche dal deturpamento del suo habitat naturale e da eventi climatici estremi, come quelli dell’estate del 2019 (inverno italiano), quando l’Australia fu colpita da violenti incendi che misero a rischio la sopravvivenza di numerose specie. A causa della siccità e del calore generato dalle fiamme, il fiume Manning restrinse, lasciando intorno a se solo fango e pozze di acqua fangosa. In molte di queste pozze trovarono riparo diversi esemplari di Myuchelys purvisi, dei quali un’alta percentuale purtroppo poi morta a causa delle temperature elevate raggiunte dall’acqua.
Fu proprio in quella occasione che i conservazionisti dell’Aussie Ark, organizzazione per la protezione degli animali, e dell’Australian Reptile Park sito nella regione costiera centrale del New South Wales, decisero di recuperare diversi esemplari di questa specie per riabilitarli e per iniziare un programma di riproduzione in cattività. Il numero degli esemplari in natura è attualmente sconosciuto ma si stima che si stia progressivamente riducendo a causa dei fenomeni su descritti.
La IUCN nella sua Red List non definisce ancora uno stato di conservazione per la specie, a causa della carenza di dati (data deficient), ma questa è protetta in Australia dal 1999 grazie all’Enviroment Protection and Biodiversity Conservation Act dove è considerata come severamente minacciata. Diverse tartarughe sono state rilasciate in natura dopo essere state completamente riabilitate, ma questa è la prima volta che una delle femmine recuperate depone le uova nel centro. Già questo può essere considerato un grande successo dato che per permettere ad un esemplare di accoppiarsi ed arrivare a deporre le uova ci sono molti requisiti che vanno rispettati, dalla qualità dell’acqua a una dieta equilibrata, oltre a una perfetta zona per la deposizione. Senza dimenticare le condizioni ambientali che devono essere favorevoli.
Circa un mese prima della deposizione, gli addetti hanno scoperto che quattro delle femmine presenti nel centro erano gravide e non appena le condizioni ambientali come umidità, calore e pioggia sono state ottimali, ecco che una di loro ha deposto. Durante un sopralluogo di routine è stata infatti notato un insolito cumulo nella zona deposizione, mai visto prima, e andando a scavare si è rivelata la piacevole sorpresa con la presenza di dodici bellissime uova che adesso sono state incubate artificialmente in attesa della presunta schiusa a circa due mesi dalla deposizione.
Le future nasciture sanno poi liberate in natura dopo un anno di stabulazione nel centro, così da assicurarsi che crescano abbastanza in un periodo tanto delicato come quello post schiusa. Toni Houston dell’Aussie Ark afferma che il loro centro possiede il più grande programma di riproduzione e rilascio in natura al mondo della tartaruga del fiume Manning, ponendosi tra la specie e la sua imminente estinzione, poiché riproducendole in cattività evitano l’impatto della predazione fetale che più di tutte minaccia l’esistenza di questa specie. In questo modo si può assicurare un alto tasso di sviluppo della schiusa delle uova. Con questo programma di riproduzione tutto lo staff si augura quindi di poter creare una popolazione di tartarughe tale da poter assicurare la sopravvivenza in natura della specie.