L’aumento della temperatura superficiale delle acque marine sta portando ad una presenza sempre maggiore di Caretta caretta femmine nidificanti nel Mar Mediterraneo occidentale, in particolare sulle coste italiane. Inoltre, negli ultimi anni è aumentata anche la presenza di specie rare in questo tratto di mare, in particolare di Chelonia mydas, la specie comunemente nota come “tartaruga verde”.
Purtroppo però, questo dato è basato soprattutto sul numero crescente di esemplari recuperati in difficoltà o nel peggiore dei casi già senza vita. Infatti, se si può gioire per le due Chelonia rilasciate rispettivamente domenica 26 maggio a Castro Marina (LE) e domenica 16 giugno dalla spiaggia di Sant’Isidoro, nel comune di Nardò (LE), entrambe curate presso il CRTM di Calimera (LE) e poi anche per quella tornata in mare domenica 9 giugno dalla spiaggia del Bosco Pantano di Policoro (MT) dopo essere stata presa in cura dall’Oasi WWF “Policoro-Herakleia”, non si può essere felice per il triste epilogo di altri due esemplari.
Venerdì 26 aprile, il CRTM dell’AMP Capo Rizzuto riceve una segnalazione per il recupero di una tartaruga in difficoltà. Non è bastato però per gli esperti operatori recarsi velocemente sul posto, poichè la grossa Chelonia mydas è deceduta prima di arrivare al Centro, probabilmente per un’embolia. Stesso destino per un’altra tartaruga verde, rinvenuta ieri mattina sulla spiaggia di Margherita di Savoia (BAT) senza vita e recuperata dal CRTM WWF di Molfetta (BA) per consentire la necroscopia.
Stamattina inoltre, un episodio ancora più raro è avvenuto al largo delle coste romane. La segnalazione della presenza di una carcassa di una grossa Dermochelys coriacea è arrivata alla APS “Sotto al mare“, che subito si è messa alla ricerca nelle acque di Ostia. Avvistata, subito è stata contattata la Capitaneria di Porto di Fiumicino (RM) e la rete “TartaLazio” per la raccolta di dati utili, sperando nel suo spiaggiamento per indagini più approfondite.