Sono passati poco più di venti giorni dal salvataggio di una grossa tartaruga liuto rimasta impigliata in un attrezzo da pesca abbandonato al largo di Lipari (ME) ma nonostante sia raro incontrare questo rettile marino nelle acque italiane, ieri pomeriggio un esemplare enorme è stato visto galleggiare di fronte le coste della Versilia.
Purtroppo, a differenze di quanto avvenuto il mese scorso, non c’è stato nulla da fare per tentare di salvare la povera Dermochelys coriacea. La tartaruga è rimasta impigliata con una delle natatoie anteriori alla cima di un contrappeso subacqueo, che le si è avvolta anche al collo, bloccando l’esemplare e provocando la sua morte avvenuta probabilmente per soffocamento o per fame.
Gli uomini dell’Unità Navale della Guardia di Finanza di Marina di Carrara hanno avuto non poche difficoltà a liberare la carcassa di circa 300 kg e di quasi due metri di lunghezza, prima di trasferirla presso il porto di Viareggio (LU) dove ad attenderla c’erano gli operatori del WWF Massa Carrara, che hanno provveduto a consegnarla poi all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Pisa per la necroscopia.
L’aumento della temperatura superficiale delle acque marine sta portando sia ad una presenza sempre maggiore di Caretta caretta femmine nidificanti nel Mar Mediterraneo occidentale, sia a una presenza crescenza di specie rare per questo tratto di mare, come le Chelonia mydas e appunto le Dermochelys coriacea. L’esemplare rinvenuto ieri rappresenta il terzo avvistato in appena cinquanta giorni e sciaguratamente il secondo già deceduto.