Il Mar Adriatico da inizio anno è diventato un vero è proprio campo di battaglia per cetacei e tartarughe marine. Questo fenomeno si verifica soprattutto nella parte alta dell’Adriatico, cioè tra l’Emilia Romagna e le Marche.
Da inizio anno, in questa tratto di mare, sono morte oltre cento tartarughe marine, mentre nei soli mesi di Maggio e Giugno hanno trovato la morte oltre 10 delfini ed il numero purtroppo è in costante aumento; infatti in soli due giorni di Luglio (il 7 e l’8) sono state ritrovate 3 carcasse di tartarughe marine e la carcassa di un delfino di oltre 200Kg.
Questi dati sono stati forniti dalla “Fondazione Cetacei” di Riccione e dal suo Presidente Sauro Pari: «non c’è dubbio sul collegamento tra i rifiuti in mare e la morte degli animali». A tal proposto, Andrea Zanoni (Parlamentare Europeo, iscritto al gruppo ALDE) ha dichiarato che per fermare questa strage, bisogna capire al più presto da dove provengono tali rifiuti altrimenti porterà il problema in Commissione Europea ed ha aggiunto: «Stiamo assistendo alla morte silenziosa di quelli che sono le sentinelle dello stato di salute dei nostri mari»
Oramai il litorale adriatico è sempre più pieno di rifiuti, dalle reti da pesca abbandonate alle lattine, dalle bottiglie ai sacchetti di plastica. E sono proprio questi ultimi che, una volta in mare, vengono scambiate dalle tartarughe per meduse, di cui sono ghiottissime, e dai delfini per pesci.
Secondo la Direttrice del Centro di Ricerche Marine “Daphne“, Rita Ferrari: «Il Po non può essere causa delle plastiche e dei materiali ingombranti presenti in mare, dato che è in periodo di bassa portata». Ha poi aggiunto che bisogna innanzitutto sensibilizzare e responsabilizzare la società, che in Italia è ancora ad un livello molto basso, per poi cercare di rivedere il sistema economico che crea rifiuti senza poi preoccuparsi della loro gestione.
Speriamo in non dover rimpiangere in seguito, questi comportamenti irragionevoli!