Si conclusa la prima fase della stagione di nidificazione delle tartarughe marine in Campania, quella dedicata ai pattugliamenti diurni alla ricerca di tracce di risalita in spiaggia. Il bilancio è eccezionale e segna una pagina storica per la regione: 108 nidi di Caretta caretta censiti lungo le coste regionali, un risultato mai raggiunto prima e che conferma la Campania una delle aree più importanti del Mediterraneo per la riproduzione di questa specie protetta. Solo lo scorso anno, il totale si era fermato a 104 a stagione ormai conclusa, e fino al 2022 non si era mai andati oltre quota 57.
A guidare questa straordinaria stagione di nidificazione sono tre aree chiave:
- Golfo di Salerno/Cilento: 59 nidi
- Litorale Domitio-Flegreo: 47 nidi
- Ischia/Golfo di Napoli: 2 nidi
Il confronto con il 2024 è impressionante: il litorale Domitio ha visto quasi il raddoppio delle nidificazioni (da 28 a 47), mentre il Cilento si conferma hotspot fondamentale, pur con una lieve flessione rispetto ai 72 nidi dello scorso anno. Un risultato reso comunque ancora più rilevante dal fatto che la stagione non è ancora conclusa.
Un trend nazionale in forte crescita
Il boom campano si inserisce in un contesto nazionale senza precedenti: già al 30 giugno erano stati censiti oltre 220 nidi in Italia, con un incremento del 30% rispetto allo stesso periodo del 2024, e ad oggi il record dello scorso anno di 604 nidi sembra essere già alle spalle. Dalla Sicilia alla Toscana, dall’Emilia-Romagna alla Calabria, le Caretta caretta stanno espandendo il proprio areale riproduttivo, confermando il ruolo crescente delle coste italiane nel Mediterraneo orientale.
Una rete capillare di volontari e scienziati
Risultati simili non accadono per caso. Ogni nido individuato, ogni schiusa monitorata, ogni traslocazione effettuata con successo è il frutto del lavoro sinergico di associazioni, enti e centinaia di volontari.
In Campania, le attività di monitoraggio sono coordinate dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn (SZN) in collaborazione con realtà attive come Domizia, Elsa, Enpa Salerno, Legambiente Campania, Tartapedia stessa, WWF Caserta e numerosi gruppi locali che, ogni alba, pattugliano chilometri di costa in cerca delle tracce lasciate nella sabbia dalle tartarughe.
Il coinvolgimento del territorio è fondamentale: cittadini formati, comuni sensibili e operatori balneari collaborativi trasformano ogni tratto di costa in un potenziale luogo di nascita per una nuova generazione di tartarughe marine.
Un patrimonio da difendere, insieme
Il record campano del 2025 è il segno tangibile che la tutela attiva funziona. È la prova che la scienza e la passione, quando camminano insieme, possono invertire le tendenze negative e restituire vitalità agli ecosistemi costieri.
Ma questo traguardo è anche un punto di partenza. Perché ogni schiusa che si compie nel buio della notte è una promessa, e ogni promessa ha bisogno di cura, rispetto e impegno collettivo.