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Home Allevamento tartarughe Alimentazione delle tartarughe

Cibo Vivo – Allevamento Tenebrio Molitor (Tarma della farina)

Domenico Vitiello di Domenico Vitiello
1 Giugno 2012
in Alimentazione delle tartarughe, Schede, Tartarughe d'acqua, Tartarughe di Terra
Cibo Vivo – Allevamento Tenebrio Molitor (Tarma della farina)
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Informazioni generali sul cibo vivo

Nell’allevare le tartarughe onnivore e/o carnivore ci si deve ricordare che ogni tanto va fornito loro del cibo vivo. Infatti i cibi non vivi presentano varie defezioni; di seguito ne vedremo alcune:

  • i cibi congelati con il tempo perdono la vitamina B1 e sprigionano tiaminasi che, accumulandosi, provoca danni interni agli esemplari
  • i cibi surgelati, durante la fase di scongelamento, perdono le vitamine solubili e i sali minerali
  • i cibi essiccati, durante l’essiccamento, hanno significative perdite vitaminiche e risultano molto sbilanciati
  • i cibi liofilizzati perdono vitamine e possono contenere antiossidanti
In questa scheda vedremo come allevare i “Tenebrio Molitor” (comunemente chiamati tarme della farina), tra i più diffusi cibi vivi allevati!

 

Classificazione Tenebrio Molitor

Regno: Animalia
Phylum: Arthropoda
Subphylum: Mandibulata
Infraphylum: Atelocerata
Classe: Insecta
Sottoclasse: Dicondylia
Ordine: Coleoptera
Sottordine: Polyphaga
Superfamiglia: Tenebrionoidea
Famiglia: Tenebrionidae
Genere: Tenebrio (Linnaeus, 1758)
Specie: Molitor

 

Informazioni generali sui Tenebrio Molitor

I Tenebrio sono dei grandi parassiti che infestano i prodotti alimentari in decomposizione. Come si puoi capire dal loro nome comune “tarme della farina“, amano particolarmente cereali e derivati come appunto la farina, la crusca e la pasta ma non disprezzano animali morti ed escrementi. Preferiscono stazionare in luoghi indisturbati e al buio come sacchi, angoli di magazzini, mangiatoie per polli e simili.

I coleotteri adulti sono simili a scarabei neri lucidi e sono molto robusti. Hanno due ali poste parallelamente sul dorso ma, nonostante la presenza di esse, non riescono a spiccare il volo. Sul capo, hanno antenne che sono leggermente più lunghe della larghezza della testa.

L’accoppiamento è un processo suddiviso in tre fasi:

  1. Il maschio dà la caccia alla femmina fino a quando essa cede.
  2. Il maschio monta la femmina, inarca i suoi genitali (gli aedeagus) sotto di essa e li inserisce nel tratto genitale della femmina.
  3. Il maschio inietta quindi, il proprio sperma, nella femmina.

Il coleottero femmina depone fino a 500 uova; esse sono bianche, a forma di fagiolo, lunghe poco più di un millimetro e sono appiccicose (questo consente di farle aderire al substrato dove sono deposte, facendole mimetizzare). Le uova iniziano a schiudersi dopo un tempo che va dai 5 ai 20 giorni, dando vita a minuscole larve di colore biancastro. Man mano che crescono, le larve tendono a diventare più scure fino ad assumere una colorazione giallastra/marrone, con un corpo duro e lucido.

Come tutti gli insetti che compiono metamorfosi, passano attraverso 4 fasi della vita: uovo, larva, pupa (crisalide) e adulto. La loro crescita e trasformazione, dipende molto dalle temperature a cui son esposte. Dallo stato larvale allo stato adulto, passano almeno 20/30 giorni. Durante questa crescita, la larva compie diverse mute in cui si “spoglia” dell’involucro esterno, ritornando ad essere bianca; questa colorazione dura pochi giorni, prima di ritornare ad essere di colore giallastro.

(In alto al centro: un Tenebrio allo stato larvale appena dopo la muta. In basso al centro: un Tenebrio allo stato larvale)

Anche gli adulti, appena dopo la trasformazione da pupa, risultano bianchi.

(Al centro: Tenebrio appena mutato da crisalide (pupa) a coleottero. Sparse in giro: crisalidi di Tenebrio)

Infine, la larva può arrivare a misurare 25/30mm mentre un esemplare adulto può arrivare a 18/20mm.

 

Come allevare il Tenebrio Molitor

Mettere su un allevamento di tarme della farina, piccolo o grande che si voglia, non è per niente difficile; infatti, essendo molto prolifiche, occorreranno pochi mesi per tirar su un buon allevamento. Inoltre, esse sono assai resistenti anche alle basse temperature e possono affrontare periodi medio-lunghi con temperature di poco sotto lo 0°C. In commercio sono facilmente reperibili sia nelle fiere di settore, sia nei “caccia e pesca” e sia in rete. Il loro prezzo varia dai 2€ ai 4€ l’etto.

Per iniziare occorre un semplice contenitore basso e largo, preferibilmente con le pareti lisce per evitare eventuali fughe. Potete scegliere ad esempio uno di quelli comuni di plastica, o un fauna-box oppure una scatola di ferro dei biscotti danesi (personalmente consiglio i contenitori in plastica). La cosa essenziale, qualsiasi tipo di contenitore scegliate, è che esso abbia un buon riciclo d’aria; consiglio perciò di tagliare una parte del coperchio oppure di eliminarlo completamente e mettere, al suo posto, solo rete da zanzariera o simile.

All’interno del contenitore inseriremo, come substrato, direttamente l’alimentazione delle nostre tarme. Infatti il loro “potere nutritivo” dipende proprio da ciò che mangiano, cioè se forniamo loro un’alimentazione povera di nutrimenti o basata su un unico alimento, sarà inutile darle alle nostre tartarughe perchè esse risulterebbero molto sbilanciate. Questo è uno dei motivi per cui è meglio evitare di “utilizzarle” appena acquistate.

Variamo perciò il più possibile il contenuto del substrato. Ora, visto che sono discordanti i pareri su cosa è meglio inserire, troverete di seguito elencati gli elementi che ho io inserito nei miei vari allevamenti:

  • Crusca
  • Farina d’avena (o di grano o di mais)
  • Pellets a base vegetale per tartarughe terrestri
  • Pellets ricchi di proteine, vitamine e sali minerali per tartarughe acquatiche
  • Mix per conigli (mais, diversi pellets vegetali, orzo, ecc)
  • Fette biscottate sbriciolate (o pan grattato)

Oltre questo substrato-alimentazione, ai coleotteri fornisco latterini, sperlani (o altri pesci di fiume), carote a pezzetti, fette di patate e pezzetti di mela. Questi alimenti servono, oltre per il loro importante apporto nutrizionale, come fonte d’idratazione. Ma, visto che le tarme soffrono molto l’umidità, inserisco questi cibi su appositi fogli di carta alluminio in modo da non inumidire il substrato. Personalmente preferisco dare piccole quantità giornaliere che vengono mangiate in breve tempo (sono voracissimi e si ci fiondano velocemente su di esso), in modo da evitare possibili trasporti di tale cibo sul substrato e/o possibile formazione di muffe. Una volta terminato il pasto tolgo il foglio di carta alluminio. C’è comunque chi preferisce lasciare nel fauna-box pezzetti di mela con la buccia, in modo che una volta che han terminato di mangiare la mela, la sua buccia diventerà un’ottima basa per la deposizione delle uova.

E’ poi consigliabile inserire all’interno del fauna-box dei nascondigli. Essi possono essere creati con le confezioni di cartone delle uova, con tubi di cartone (come quelli della carta igienica o quelli dei rotoli da cucina), con le scatole dei medicinali o altro di simile.

Ogni due/tre mesi oppure quando vediamo che è presente un grosso strato di escrementi e di cibo diventato polvere, bisogna ripulire il fauna-box e reinserire nuovo substrato. E’ possibile pulire filtrando poco alla volta il substrato ed è effettuabile con un semplice setaccio da cucina. Ovviamente conviene farlo quando non abbiamo presenza di crisalidi e coleotteri, in modo da non “buttare” le uova già deposte e quando non abbiamo la presenza di tarme appena schiuse, cioè tanto piccole da passare attraverso il setaccio. Buona norma è anche quella di togliere dal fauna-box, i coleotteri morti, le tarme morte (si riconoscono dal colore scuro e dalla quasi essiccazione) e le mute. Queste ultime, è possibile rimuoverle anche semplicemente soffiando in modo lieve sulla superficie del substrato.

Inoltre, dato che i coleotteri a volte mangiano le piccole larve, è consigliabile spostare gli adulti in un altro fauna-box con il medesimo substrato. Per facilitarsi l’operazione, è consigliabile spostarli già quando sono ancora crisalidi. Quest’operazione consente anche di avere le tarme suddivise per generazioni e quindi per misura.

Per concludere: non dimenticate che è possibile fornire i Tenebrio, alle nostre tartarughe, senza esagerare. Infatti, sono molto grassosi e possono inoltre risultare difficili da digerire. In più, bisogna fornirli quando sono ancora larve o al massimo crisalidi, dato che i coleotteri sono ricchi di chitina e non vanno forniti.

 

Substrati di altri allevatori di Tenebrio Molitor

Luigi Lanzillo

  • Crusca
  • Mangime per conigli
  • Stick per pesci da laghetto
  • Crocchette per cani e crocchette per gatti
  • Fetta di patata o zucchina (come fonte d’idratazione)
  • Residui di pollo con tanto di ossa (a volte)

Oppio

  • Farina gialla da polenta (o di soia o di ceci)
  • Pane secco sbriciolato
  • Crocchette per cani sbriciolate
  • Bucce di carota (2 volte a settimana, come fonte d’idratazione)
  • Foglie di tarassaco (2 volte a settimana, come fonte d’idratazione)

 

 

 

 

© Copyright – Tartapedia
RIPRODUZIONE CONSENTITA SOLO IN PARTE E SOLO SE ACCOMPAGNATA DA LINK ALLA FONTE
NON E’ CONSENTITA ALTERAZIONE DEL TESTO ORIGINALE 

Tags: alimentazione tartarugheTarme

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