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Home Allevamento tartarughe

Centrochelys (Geochelone) sulcata: Scheda Riassuntiva

Domenico Vitiello di Domenico Vitiello
8 Febbraio 2017
in Allevamento tartarughe, Schede, Schede di allevamento, Tartarughe di Terra
Centrochelys (Geochelone) sulcata: Scheda Riassuntiva
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In questa pagina troverete la scheda d’allevamento riassuntiva che riguarda le tartarughe appartenenti alla specie Centrochelys (Geochelone) sulcata. La scheda indica sommariamente le informazioni sull’alimentazione, la riproduzione, le caratteristiche fisiche e comportamentali ed altri aspetti per allevare al meglio questa specie.

Specie
Centrochelys (ex Geochelone) sulcata

Sottospecie
non è presente alcuna sottospecie

Stati di provenienza
nella fascia desertica tra il Sahara meridionale ed il Sahel, quindi nel nord della Burkina Faso, in Ciad, in Eritrea, nel nord dell’Etiopia, in Mali, nel sud-est della Mauritania, in Niger, nel nord della Nigeria, in Senegal e nel Sudan

Luoghi di origine
aree desertiche con forti escursioni termiche, boscaglie di latifoglie (es. le acacia), praterie aride e savane

Lunghezza massima
raramente è possibile trovare anche esemplari maschi dagli 80 ai 90 cm.
Generalmente però, le dimensioni dei maschi variano dai 45 ai 60 cm mentre quelle delle femmine dai 35 ai 50 cm

Colorazione carapace
si presenta molto uniforme e varia dal giallo sabbia al marrone.
Sono invece più scuri gli anelli di crescita e le suture tra gli scuti

Colorazione piastrone
dall’avorio al marrone chiaro con, a volte, la presenza di poche macchie scure irregolari

Colorazione testa ed arti
sulle zampe anteriori presentano robuste scaglie che sfumano dal giallo sabbia (in punta) al marrone scuro (tra una scaglia e l’altra) mentre le zampe posteriori, così come la testa, sono senza scaglie e variano anch’esse tra il giallo sabbia ed il marrone scuro.
Da segnalare la presenza di due (o anche tre) speroni posti tra le zampe posteriori e la coda

Riconoscimento sesso
è molto difficile in questa specie poichè le differenze tra i due sessi sono veramente minime e soprattutto perchè è possibile dopo il raggiungimento dei 35 cm di lunghezza, cioè non prima dei 6 anni d’età.
Può capitare però che, durante bagni in acqua tiepida, i maschi tirino fuori il pene anche prima di aver raggiunto i 35 cm.
In generale, le femmine assumono una forma del carapace più tonda e di conseguenza hanno una lunghezza del carapace inferiore a quella dei maschi
.
Per quanto riguarda la coda poi, la differenza principale è alla base che nei maschi è grossa mentre nelle femmine è sottile; in più quella dei maschi si presenta leggermente più lunga ed appuntita.
Infine, i maschi hanno piastrone concavo, scuti gulari più sporgenti e gli scuti anali che formano un angolo molto ampio (simile ad una “V”); le femmine invece, hanno piastrone piatto e scuti anali a forma di “U”

Maturità sessuale
in cattività dopo i 35 cm di lunghezza nei maschi (di solito raggiunti al sesto anno di età), mentre per le femmine bisogna attendere almeno i 40 cm di lunghezza.
In natura arriva decisamente più tardi, intorno ai 10 anni almeno

Allevamento in cattività in casa
essendo una specie che raggiunge dimensioni notevoli, è consigliato allevarle in terrario solo per i primi anni di vita: un terrario di circa 1,5 mq (es. 160×90) si può utilizzare tranquillamente fino ai 3 anni d’età.
Successivamente va allestita una stanza o una serra o una stalla adeguatamente riscaldata con termosifoni, stufe o altre fonti di calore.
In più, nella zona calda, vanno posizionate una o più lampade spot (accese 6/8 ore al dì) affinché ci sia una temperatura costante sui 35/40°C da permettere il basking, mentre nella zona fresca bisogna avere una temperatura tra i 22°C ed i 24°C.
Nelle zona calda inoltre, va accesa per almeno 10 ore al dì una lampada uvb 10% ma, poichè questa specie cresce velocemente, è utile posizionare neon uvb 10% anche in altre zone della stanza.
Di notte è possibile una escursione termica fino ai 18/20°C ma bisogna sempre garantire un ambiente secco, evitando assolutamente che l’umidità superi il 60%.
Il substrato deve essere costituito principalmente da fieno (utile anche come cibo sempre a disposizione), a cui va aggiunto terriccio, torba, fibra di cocco o anche erbe essiccate.
Per quanto riguarda l’acqua va inserito un contenitore, per poche ore al giorno e per massimo tre volte a settimana, in cui possano immergersi e bere; per le baby invece, il contenitore dell’acqua va inserito sempre per poco tempo al giorno ma quasi tutti i giorni.
Non deve infine mancare un rifugio

Allevamento in cattività all’esterno
è possibile durante l’estate e nelle giornate piene di sole.
L’ideale, soprattutto nel sud Italia, sarebbe creare una serra che dia alla tartaruga la possibilità di uscire a piacimento in un recinto all’aperto.
Il recinto deve essere molto spazioso (per un esemplare: almeno 20 mq) e soprattutto molto resistente, quindi si consiglia di utilizzare mattoni e staccionate.
Essendo poi ottime scavatrici, che riescono a realizzare cunicoli lunghi anche più di un metro, è opportuno inserire una rete metallica sotterranea.
E’ possibile piantare erbe di campo e piante succulente, mentre per la zona d’ombra si sconsigliano gli alberi e si consigliano invece robuste piante da siepi (Photonia, Cipresso di Leyland, Rosmarino prostrato, ecc).
In più, non deve mai mancare un contenitore con l’acqua per bere e per immergersi ed anche un rifugio con il fondo chiuso, per evitare la troppa umidità

Alimentazione
è una specie esclusivamente erbivora.
In Africa le erbe contengono una quantità di calcio elevata, questo a causa dell’ambiente generalmente asciutto e quindi, anche per la veloce crescita di questa specie, non dovrà mai mancare un osso di seppia nel recinto.
Inoltre è importantissimo, per aiutare la digestione e per evitare problemi intestinali, fornire un’alimentazione ricca di fibre: fieno, erbe miste di campo (tarassaco, trifoglio, hibiscus, erba medica,ecc) essiccate al sole e pale di Opuntia.
Proprio da queste ultime ricavano l’acqua di cui hanno bisogno, altrimenti è possibile fornire con parsimonia verdure fresche (cicorie, scarola, indivia, radicchio, ecc).
Molto raramente da fornire invece, sono le Brassicaceae (cavolfiore, cavoli, verza, broccoli, ecc), i pomodori e la bieta.
Per quanto riguarda la frutta, evitare gli agrumi e la banana ma preferire mele, angurie e cocomeri principalmente in estate

Letargo
essendo una specie prettamente centro/nord-africana non effettua letargo.
Può però entrare in estivazione durante il periodo estivo, in presenza di caldo intenso

Legislazione
è inserita nell’Appendice II del CITES  e nell’Allegato B del Regolamente CE

Galleria foto

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La foto articolo è di Guglielmo Soriente ©

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