Il governo australiano sta prendendo in seria considerazione l’attuazione, in tempi brevi, di una nuova regolamentazione della caccia di dugonghi e tartarughe marine effettuata dagli indigeni.
Il primo ministro, Malcolm Turnbull, ha chiesto al ministro dell’ambiente, Josh Frydenberg, di indagare sugli animali in via d’estinzione e su quelli dichiarati vulnerabili poiché le famiglie indigene ne stanno uccidendo troppi e non più solo per scopi culturali ma anche per scopi commerciali.
La questione è stata sollevata martedì dal parlamentare Warren Entsch che, nella stanza del partito, ha mostrato le foto di un party in spiaggia in cui si vedeva una Chelonia mydas (tartaruga verde) a testa in giù con le pinne tagliate e col piastrone rimosso. L’esemplare, ha esposto Entsch, è stato mutilato quando era ancora vivo.
Gli episodi citati in sede hanno riguardato anche cuccioli di dugonghi e navi cariche di tartarughe marine uccise per la vendita di carne in tutta l’isola. Quindi è stata chiesta una moratoria sulla caccia a questi animali, dedicata alle aree in cui sono ritenuti “vulnerabili“, in modo da evitare l’etichetta “in via di estinzione” a tali specie. Nello specifico è stato chiesto di consentire la caccia solo per il consumo nelle area di pesca, evitando la vendita con profitto nel resto della nazione.
«Sono un sostenitore convinto dei diritti delle popolazioni indigene sulla caccia tradizionale per cerimonie e motivi culturali. Ma alcuni gruppi familiari hanno cominciato a commercializzare la carne di tartaruga col pretesto della caccia per tradizione, pescando però un elevato numero di esemplari» ha detto Entsch al The Guardian (edizione australiana)