Il cambiamento climatico potrebbe contribuire al crollo demografico delle popolazioni di “Chrysemys picta”, è quanto si legge nel recente studio pubblicato da Nicole Valenzuela (professoressa di ecologia, evoluzione e biologia degli organismi alla “Iowa State University“) sulla rivista scientifica “Scientific Reports“.
Le fluttuazioni delle temperature, causate proprio dai cambiamenti climatici, potrebbero devastare una serie di specie nelle quali il sesso dei nascituri è determinato dalle temperature presenti durante le fasi critiche dello sviluppo embrionale.
Valenzuela ed i coautori dello studio hanno esposto alcune uova, prelevate da tre diversi nidi in Iowa, Nebraska e Canada, a temperature di circa 4°C più alte rispetto alla media. Inoltre, sono state effettuate delle fluttuazioni simili alle oscillazioni presenti in natura e si è notato che nelle uova in cui si stavano delineando esemplari maschili, il sesso è improvvisamente variato mentre in quelle in cui si stavano delineando esemplari femminili, il sesso è rimasto invariato o c’è stata la morte dell’embrione.
«Se ciò che abbiamo scoperto è generalizzabile ad altre specie in cui la determinazione del sesso è dovuta alla temperatura ambientale, allora c’è da essere molto preoccupati. Infatti, se un aumento della temperatura media è accompagnato da una maggiore varianza, vedremo le popolazioni animali diventare unisessuali più velocemente del previsto» ha riferito la professoressa Valenzuela.
Le tartarughe sono il gruppo più vulnerabile di vertebrati ed il veloce cambiamento climatico, associato alla perdita di habitat ed al bracconaggio, non fa che aumentare il pericolo d’estinzione.