Lo scorso 12 marzo, il “Turtle Conservation Centre” del “Two Oceans Aquarium Foundation” di Cape Town (Sudafrica) ha accolto il primo post-hatchlings di Caretta caretta del 2024. A meno di un mese di distanza, a causa delle tempeste e dei venti intensi che hanno colpito la costa sudafricana, il centro è stato inondato di piccole tartarughe marine spiaggiate. Se al 10 aprile i cuccioli recuperati erano circa 240, ad oggi il numero è schizzato addirittura a quasi 600 esemplari.
In Sudafrica, le tartarughe depongono principalmente lungo la costa nord-orientale e devono combattere per sopravvivere. Il percorso verso il mare è pieno di pericoli, dagli uccelli marini ai granchi e persino ma una volta che i fortunati sopravvissuti entrano per la prima volta l’acqua, devono nuotano senza fermarsi né mangiare per raggiungere la calda corrente di Cape Agulhas, verso sud.
Talitha Noble-Trull, responsabile del TCC e incaricato di occuparsi dei piccoli arrivati in questo periodo, ha detto che è abbastanza comune che gli hatchlings vengano “catturati” dalle correnti fredde dell’Oceano Atlantico nei pressi di Western Cape. Ciò che non è normale, è la potente tempesta che ha provocato lo spiaggiamento di centinaia di tartarughine infreddolite, deboli e ferite, alcune con amputazioni parziali o totali delle natatoie e molte ricoperte di crostacei cirripedi e Pedunculata.
Le tartarughe sono state suddivise in base alla gravità, con alcune necessitano di cure intensive a causa di ferite, malnutrizione o infezioni. Molte di esse avevano ingerito piccoli pezzi di plastica, che sono stati defecati dopo essere arrivate all’acquario. Normalmente il team di conservazione non vedrebbe così tante prove di inquinamento da plastica nell’oceano.
«Pezzetti di plastica morbida e dura galleggiano lungo gli oceani e le tartarughe li mangiano. Quindi, per noi è molto importante raccogliere e acquisire questi dati. Perché queste tartarughe vengono da noi con un messaggio. Non ce lo dicono. Ce lo stanno gridando. Che i nostri oceani non sono un luogo sicuro per le tartarughe», ha detto Noble-Trull.
La riabilitazione richiederà circa dai quattro ai dodici mesi, con una spesa media per tartaruga stimata in 500 dollari (10.000 rand sudafricani): alimentazione, riabilitazione, medicinali, spese elettriche, pulizia e controlli di routine. Il Turtle Conservation Centre ha reclutato un piccolo esercito di volontari per aiutare il personale a tempo pieno dell’acquario a prendersi cura di loro. Ma per sostenere le enormi spese che bisognerà affrontare questo non basta ed è stata quindi lanciata una campagna di raccolta fondi con l’obiettivo di accumulare circa 120.000 euro.
Al momento sono stati raccolti quasi 20.000 euro. È possibile contribuire al seguente link: Help us to save baby turtles