Lo scorso 13 luglio, un incendio ha bruciato oltre 4500 ettari a nord di Saint George, all’interno della Red Cliff National Conservation Area. Quest’area di conservazione è stata istituita per proteggere l’habitat delle Gopherus agassizii e di altre specie minacciate di estinzione o le cui popolazioni sono in declino proprio a causa del degrado ambientale.
I biologi della “Utah Division of Wildlife Resources“, mentre esaminavano la terra bruciata per cercare di determinare quante tartarughe erano state raggiunte dalle fiamme, hanno rinvenuto un esemplare che sembrava essere tornato dalle viscere dell’inferno.
Il suo carapace infatti, oltre alle nuove bruciature relative appunto all’ultimo vasto incendio, ha scuti con vecchie ferite causate sempre dal fuoco. Quest’area nel 2005 fu interessata da tre grossi incendi che bruciarono seimila ettari ed uccisero sessanta tartarughe del deserto, colpendo molto probabilmente anche questo esemplare.
Le Gopherus agassizii passano il 90% della loro vita in lunghe tane, che possono variare da poco più di un metro fino ad addirittura dieci. «Affinché una tartaruga possa sopravvivere a un incendio, essa deve trovarsi in una tana profonda e stabile e, cosa importante, deve restarci fino a quando la cenere circostante non si sia raffreddata» riferiscono dalla UDWR.
Dunque, la tartaruga rinvenuta dai biologi è riuscita in entrambi gli incendi distruttivi che hanno colpito la Red Cliff National Conservation Area, a rifugiarsi in un’ottima tana, sopravvivendo come una piccola Rambo.
Foto in evidenza: Utah DWR