Le tartarughe marine che vengono a contatto con la tossica marea rossa, potrebbero beneficiare di una terapia utilizzata nell’uomo per il trattamento di overdose di droga. Ricercatori finanziati dalla “Morris Animal Foundation” stanno testando presso il Loggerhead Marinelife Center (LMC) della Florida l’uso dell’emulsione lipidica per via endovenosa (ILE). Il trattamento, che prevede l’iniezione di speciali grassi nel flusso sanguigno, potrebbe diminuire notevolmente i tempi di guarigione delle tartarughe.
Le maree rosse si verificano ogni anno nel Golfo del Messico e sono causate da una massiccia quantità di microalghe fitoplanctonicache che rilasciano potenti neurotossine nell’acqua circostante. Nelle tartarughe marine, l’esposizione alle tossine provoca disturbi neurologici, come spasmi e disorientamento e ciò può portare ad arenamenti di massa e alla conseguente morte di decine e decine di esemplari.
Il Loggerhead Marinelife Center sta lavorando con altri tre centri floridiani di riabilitazione, per testare l’efficacia dell’ILE sulle Caretta caretta, sulle Chelonia mydas e sulle Lepidochelys kempii, che sono le tre specie più colpite. Finora i centri hanno testato circa trenta esemplari ed i sintomi osservati sono scomparsi in 24 ore.
«Questa è un’altra applicazione davvero entusiasmante di un trattamento originariamente progettato per l’uomo» ha dichiarato Janet Patterson-Kane , Chief Scientific Officer della Morris Animal Foundation. «Per il momento viene testato solo sulle tartarughe marine ma potrebbe essere praticabile anche per altre specie marine colpite dalle maree rosse. Questo nuovo trattamento potrebbe diventare uno strumento fondamentale per salvare la vita degli animali».
Fino ad oggi, quando le tartarughe vengono trovate senza forze ma ancora in vita, i principali trattamenti si basano su una terapia di disidratazione, con la somministrazione di diuretici per forzare i loro reni a filtrare le tossine dal corpo. Questo processo può essere lento e il recupero completo può richiedere fino a tre mesi, diminuendo così le possibilità di rilascio in libertà.