Sono centinaia le tartarughe marine che ogni anno, stordite dalle improvvise ondate di freddo, vengono trasportate sugli Outer Banks, la sottile striscia di sabbia che si estende per 160 km in North Carolina. Nelle ultime settimane, il personale del “Sea Turtle Assistance and Rehabilitation” (STAR) del “North Carolina Aquarium” di Roanoke Island si è preso cura di circa 600 esemplari colpiti da “cold stunning”, il fenomeno che non permette alle tartarughe di avere il tempo di migrare verso acque più calde, risultando a volte mortale.
Secondo lo staff dell’acquario, al 17 dicembre erano presenti in struttura 576 tartarughe marine appartenenti alle tre specie più comuni nello Stato: Caretta caretta, Chelonia mydas e Lepidochelys kempii. «Non abbiamo ancora conteggi esatti delle singole specie, poiché l’evento tecnicamente non è ancora finito», ha riferito Leslie Vegas, Animal Husbandry Curator dell’acquario. «Il massimo è stato di 163 esemplari recuperati in un sol giorno».
Finora sono 399 le tartarughe che sono state rilasciate dopo essere state colpite da questo fenomeno, di cui alcune curate in altre strutture, e circa 50 quelle arrivate già morte o decedute poco dopo l’arrivo.
«Il grande successo nel riportare rapidamente queste tartarughe in natura è dovuto agli sforzi congiunti di molti volontari e collaboratori del “North Carolina Wildlife Resources Commission Sea Turtle Project”», ha affermato il biologo della Commissione Matthew Godfrey. Sono infatti oltre venti diversi gruppi che, lungo la costa, contribuiscono a monitorare le attività di nidificazione e spiaggiamento delle tartarughe marine.
Questi rettili acquatici sono animali esotermici e non riescono a regolare la propria temperatura corporea. Se la diminuzione della temperatura del mare e dell’aria avviene gradualmente, le tartarughe migreranno verso sud ma se la diminuzione avviene rapidamente, diventano deboli e letargiche e vengono trasportate a riva dalla corrente. Gli eventi di stordimento da freddo sono stati documentati fin dal 1800 e, poiché non sono prevenibili, la risposta a questi eventi è l’intervento umano e la riabilitazione per salvarne il maggior numero possibile.
Durante la stagione fredda, che va da dicembre a marzo circa, i volontari del “Network for Endangered Sea Turtles” (NEST) pattugliano le acque poco profonde dell’isola di Hatteras alla ricerca di tartarughe marine. «Senza il lavoro collettivo di tutti, organizzare un evento come questo non sarebbe possibile», ha affermato Jessica Rea, direttrice del NEST.
Le tartarughe debilitate sono solitamente giovani che si accontentano di nutrirsi in acque tranquille e non ricevono il segnale di andarsene quando la temperatura passa rapidamente da calda a fredda. Il calo improvviso della temperatura e la sua natura prolungata hanno portato il NEST a trovare oltre 560 tartarughe marine in una settimana.
«Suddividiamo le tartarughe in base al livello di cure necessarie per liberarle, nonché in base alla specie e alle dimensioni. Alcune specie possono essere ospitate insieme, altre no. In un evento così grande, quelle che hanno maggiori probabilità di sopravvivere vengono considerate prioritarie per massimizzare il numero di esemplari rilasciati», ha affermato Vegas. Le tartarughe marine che avevano solo bisogno di essere riscaldate sono state rilasciate entro due o quattro giorni dal salvataggio. «I casi medici più complicati potrebbero rimanere qui per settimane o mesi, a seconda della velocità di progressione e delle cure di cui potrebbero aver bisogno».
Credit info e foto in evidenza: Coastal Review