Il 10 novembre 2021, Tartapedia ha compiuto i suoi primi dieci anni, grazie all’impegno di tutti coloro che collaborano ai nostri piccoli risultati e grazie alla costante presenza e supporto di chi ci segue.
Per celebrare l’occasione abbiamo reso la decima edizione del nostro Calendario cartaceo un pizzico più speciale delle precedenti. Al suo interno infatti, sono stati inseriti gli estratti delle interviste che abbiamo condotto a sei figure di spicco del panorama italiano delle tartarughe e delle testuggini.
Dal 25 gennaio e per i successivi quattro martedì, pubblicheremo le interviste integrali qui sul nostro portale. Dopo l’intervista al Dr. Andrea Affuso, medico veterinario del CRTM “Anton Dohrn”, ecco di seguito le interessanti risposte del naturalista calabrese Francesco Luigi Leonetti:
Salve Francesco, ci racconti di quando e come è nata la tua passione per le testuggini?
Penso che tutto ebbe inizio quando all’età di 6/7 anni per la prima volta, nel giardino di casa di mia zia, vidi uno “strano animale corazzato” che se ne andava in giro portandosi dietro un coloratissimo guscio protettivo che lo rendeva unico e diverso da tutti gli altri animali che fino ad allora avevo visto.
Si trattava, appunto, di una testuggine di Hermann!
Qualche anno dopo acquistai una piccola testuggine dalle orecchie gialle ad una fiera cittadina. Fu per me quella l’occasione per iniziare ad approfondire, se pur in maniera elementare, la biologia e l’ecologia di questi particolari animali.
Con il tempo coltivai sempre più questa passione, cercando quante più informazioni possibili. Tale passione crebbe così tanto che fu decisiva nella scelta del percorso di studi universitario. Iscrivendomi, infatti, al corso di laurea in “Scienze Naturali” ho avuto la possibilità di approcciarmi al mondo dell’erpetologia, e in particolare al mondo dei cheloni, in modo scientifico.
Cosa studia e di cosa si occupa un Naturalista?
Uno studente di “Scienze Naturali” affronta un percorso di studi molto articolato, mirato a fornire una conoscenza dell’ambiente naturale nella sua totalità e complessità. Pertanto, gli studi spaziano dalla geologia alla ecologia, con particolare attenzione alla zoologia e alla botanica.
Tuttavia, ciò che caratterizza un naturalista è la propensione dello stesso a specializzarsi in un settore piuttosto che un altro. Al fine di specializzarsi come zoologo (erpetologo, ornitologo, teriologo ecc.), botanico piuttosto che come ecologo, risultano fondamentali le scelte che riguardano le attività di tirocinio e di tesi. Quello di cui si occuperà un naturalista, pertanto, sarà lui stesso a deciderlo.
La passione per la fotografia e la ricerca dei rettili nel loro ambiente naturale nasce prima di quella per la natura in sé?
La passione per la natura nel mio percorso è stata propedeutica ad ogni altra attività, grazie a questa infatti ho fatto una serie di scelte che mi hanno portato poi a scoprire altre passioni. In particolare, quella per la ricerca dei rettili nasce nel contesto universitario, il loro studio, infatti, ha iniziato ad affascinarmi ad un livello superiore della semplice passione “da documentario” e mi ha spinto quindi a cercali in natura.
Questo discorso vale in particolar modo per le testuggini. L’esigenza di imparare a fare scatti apprezzabili è correlata a quanto detto sopra, infatti essa nasce dall’esigenza di voler cogliere nel modo migliore possibile le specie selvatiche nei loro habitat.
Uno degli elaborati in cui sei coautore e che ci ha più colpito è sicuramente quello che concerne la mappatura genetica di Testudo hermanni.
Come è stato possibile questo studio?
Di quali tecniche vi siete avvalsi?
Nello studio in oggetto, dal titolo Mapping the geographic origin of captive and confiscated Hermann’s tortoises: A genetic toolkit for conservation and forensic analyses, attraverso tecniche di genetica forense sono state aggiornate le conoscenze relative alla struttura genetica delle diverse popolazioni di testuggine di Hermann con nuovi dati provenienti da aree geografiche non campionate in precedenza, è stata indagata la presenza di individui non autoctoni tra i campioni ed è stata identificata l’area geografica di origine di oltre 400 testuggini confiscate ospitate nei centri di recupero italiani.
È stato così creato un dataset di riferimento che permette di assegnare una data testuggine alla macro-area geografica di origine, e quindi alla popolazione geneticamente compatibile. Tale strumento risulta di fondamentale importanza per futuri progetti di reintroduzione e rimpatrio di testuggini selvatiche confiscate, permettendo di rilasciare le testuggini in sicurezza dal punto di vista genetico.
Di particolare interesse risulta l’aggiornamento relativo alla struttura genetica delle popolazioni selvatiche di T. hermanni. Sono stati individuati 6 gruppi genetici per la specie: 2 per la sottospecie orientale T. h. boettgeri, 4 per la sottospecie occidentale T. h. hermanni.
Nella porzione orientale dell’areale della specie sono stati identificati i gruppi genetici della Grecia e del complesso Bosco della Mesola-Croazia-Macedonia. Per quanto riguarda invece le popolazioni che occupano la porzione occidentale del bacino del Mediterraneo sono stati identificati il gruppo genetico della Francia, il gruppo dell’Italia peninsulare (tutte le popolazioni dell’Italia centrale e meridionale, escluse quelle della Calabria centrale e meridionale), il gruppo delle isole mediterranee (Sicilia, Sardegna, Corsica, Pantelleria) con la Spagna e infine il gruppo della Calabria. Rispetto alle conoscenze pregresse, che lo accorpavano al gruppo dell’Italia peninsulare, è proprio quest’ultimo gruppo a rappresentare una novità, emergendo come nuova identità genetica.
Sappiamo poi, che uno tra gli ultimi studi effettuati riguarda nuove segnalazioni di Testudo marginata nelle regioni Sardegna e Calabria. Cosa si cela dietro questo altro studio?
Nella nota a cui si fa riferimento, dal titolo New distributional records of Testudo marginata Schoepff, 1793 in southern Italy, riportiamo due nuovi records di presenza per la specie in Calabria e Sardegna. Gli individui oggetto di queste segnalazioni sono stati individuati durante attività di ricerca erpetologica.
Per quanto riguarda la Sardegna, in cui la specie è notoriamente presente e diffusa soprattutto nella parte nord-orientale della regione, aggiorniamo il numero di segnalazioni della specie per la zona centro-occidentale, e più precisamente per la provincia di Oristano, a 3.
In Calabria T. marginata era stata segnalata, con individui sporadici, solo nella provincia di Cosenza; il nuovo record porta il numero di segnalazioni a 4 in totale per la regione e rappresenta la prima segnalazione per la provincia di Crotone. Ulteriori studi sarebbero necessari per dettagliare la distribuzione della specie soprattutto in Calabria dove non sono note popolazioni vitali.
Quali sono le nuove metodiche per il monitoraggio e la conservazione del genere Testudo in natura?
Il monitoraggio delle specie animali di interesse comunitario, tra cui anche le specie del genere Testudo, è regolamentato da quanto riportato in “Manuali ISPRA per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: specie animali” del 2016.
Riportando testualmente quanto scritto nel manuale per la testuggine di Hermann, il monitoraggio nazionale avverrà mediante conteggi ripetuti al fine di calcolare indici di abbondanza in un numero congruo di siti campione.
Trattandosi di specie minacciata secondo la Lista Rossa italiana, tutte le popolazioni autoctone dovrebbero essere oggetto di periodici studi di popolazione (struttura, sex-ratio e stime numeriche), o perlomeno di raccolte dati standardizzate che permettano di calcolare indici di abbondanza. La valutazione del range nazionale avverrà tramite la periodica conferma della presenza di tutte le popolazioni autoctone note.
Per quanto concerne la conservazione di T. hermanni in natura, essa è inserita nell’Allegato II della Convenzione di Berna, negli Allegati II e IV della Direttiva Habitat, nell’Appendice II della CITES (Convention on International Trade in Endangered Species) e nell’Allegato A del Reg. (CE) 338/97. La sottospecie T. hermanni hermanni è stata, inoltre, collocata nella categoria In Pericolo nella lista rossa italiana dell’IUCN (‘Unione Internazionale per la Conservazione della Natura).
Con la pubblicazione nel 2019 delle Linee guida per il ricollocamento in natura di individui del genere Testudo spp. confiscati si ha a disposizione un utile strumento per ridare un futuro, in ottica di conservazione delle specie in natura, a quelle numerose testuggini che affollano i centri di recupero della fauna selvatica italiani o che saranno oggetto di confisca.
In questo documento viene dettagliato il protocollo operativo che permetterà il ricollocamento delle testuggini in sicurezza, soprattutto per le popolazioni selvatiche. È doveroso ricordare che rilasci effettuati senza criterio rischiano di creare danni serissimi alle popolazioni selvatiche.
Per rintracciare le testuggini selvatiche ci sono dei segreti professionali o si tratta di pazienza e fortuna?
La fortuna è sempre un’ottima alleata, ma per incontrare le testuggini in natura spesso non è sufficiente. Si deve conoscere a fondo l’ecologia di questi animali, in modo da acquisire le competenze necessarie per individuare quei siti potenzialmente più idonei ad ospitare popolazioni selvatiche di testuggini.
La probabilità di incontro varia in funzione della densità della popolazione e della stagione in cui si effettuano le ricerche. I periodi migliori per incontrare le testuggini sono la primavera e l’autunno. Una volta che si è sul campo ci vuole buon occhio (negli habitat in cui la vegetazione è ben strutturata le testuggini si mimetizzano alla perfezione) e buon orecchio. Le uscite a vuoto non sono poche, anzi tutt’altro, perciò bisogna essere molto pazienti
Il numero di testuggini di Hermann presenti in natura è realmente ancora troppo basso?
Direi che il numero di testuggini di Hermann presenti in natura è sempre più basso, purtroppo. Questo per diverse minacce che gravano sulla specie. A partire dal dopo guerra c’è stato un rapido cambiamento nell’uso del suolo nel nostro Paese.
L’urbanizzazione ha portato alla riduzione, frammentazione e in alcuni casi alla completa distruzione degli ambienti di vita della specie. Anche le attività agricole che hanno subito una forte intensificazione e un profondo cambiamento nella tipologia, da quelle tradizionali a quelle intensive, hanno contribuito in questo.
Altra nota dolente risultano gli incendi, che essendo diventati troppo frequenti non solo modificano negativamente gli habitat ma uccidono un numero così elevato di testuggini che spesso le popolazioni non sono in grado di recuperare e risultano pertanto destinate a scomparire.
Non avendolo nominato, ti chiediamo quanto è diffuso invece il bracconaggio al giorno d’oggi.
Quanto incide esso sulla conservazione delle specie di testuggini?
Insieme alle minacce citate sopra, il bracconaggio mina gravemente alla conservazione delle testuggini in natura, in particolar modo, nel nostro Paese, alla conservazione di T. hermanni.
Negli habitat in cui la specie è presente, oltre alla comunissima pratica tra i locali di prelevare le testuggini, perché ritenute portafortuna o per l’errata convinzione di “salvarle” portandole via da una “natura crudele”, esiste un vero e proprio traffico di testuggini selvatiche mantenuto vivo dalla continua richiesta da parte di terraristi/collezionisti che attribuiscono valore solo a testuggini di rigorosa origine selvatica e di cui si conosca l’esatta origine geografica di provenienza.
Tale pratica sta contribuendo in modo decisivo a far scomparire intere popolazioni!
Ringraziamo di cuore il naturalista Francesco Luigi Leonetti per la concessione di questa intervista e vi invitiamo a non perdere la prossima intervista di martedì 8 febbraio 2022, con la biologa ed ecologa marina Chiara Mancino.