Le tartarughe marine sono tra i più antichi rettili ancora viventi sulla Terra, infatti alcuni reperti fossili testimoniano la loro esistenza già oltre 150 milioni di anni fa.
Attualmente esistono solo sette differenti specie, di cui una appartenente alla famiglia Dermochelyidae (Dermochelys coriacea) e le restanti sei appartenenti alla famiglia Cheloniidae (Caretta caretta, Chelonia mydas, Eretmochelys imbricata, Lepidochelys kempii, Lepidochelys olivacea e Natator depressus).
Di seguito è possibile vedere la differenza di aspetto ma soprattutto di peso massimo e di lunghezza massima tra le varie specie, quest’ultima confrontata anche con quella di un uomo di circa 180 cm.
Come si nota dalle immagini, ogni specie ha segni particolari che la contraddistingue dalle altre ma tra loro hanno comunque anche molte cose in comune. Come per esempio: non hanno denti ma un becco con possenti mascelle, hanno la pelle ricoperta di squame, tornano a deporre sulla spiaggia dove sono nate, ecc…
Per quanto riguarda la procreazione invece, ad ogni deposizione la femmina di tartaruga marina depone dalle 80 alle 120 uova e può fare più deposizioni durante la stagione riproduttiva. Dopo circa 2 mesi le uova si schiudono e le baby tartarughe si dirigono subito verso il mare. Per le prime 48 ore nuotano senza sosta in cerca di un riparo sicuro e di solito scelgono luoghi in cui possano anche alimentarsi senza spostarsi, come per esempio i banchi di alghe
Purtroppo però solo una percentuale bassissima di tutti questi nascituri diventerà adulto. Infatti molti saranno predati già appena nati mentre altri troveranno la morte, sempre come prede, in mare. Sempre più spesso però, la causa della morte di molte tartarughe marine è da attribuire all’uomo, che con le imbarcazioni e/o con gli attrezzi da pesca provoca danni letali a questi rettili.
Speriamo che le campagne di sensibilizzazioni riescano a diffondere la giusta cultura ed il giusto buon senso per salvaguardare questo bellissimo animale millenario.