Chi pensa che le coste italiane siano solo luoghi di balneazione estiva, dovrebbe osservare cosa accade di notte sulle nostre spiagge: le tartarughe marine Caretta caretta, custodi di un patrimonio genetico antico milioni di anni, stanno facendo registrare in questo 2025 numeri senza precedenti in diverse regioni italiane. E non si tratta solo di cifre: ogni nido è un indicatore ecologico che parla di mari più ospitali, di spiagge (ancora) adatte alla vita, ma anche di criticità da affrontare con urgenza.
I numeri: una crescita sorprendente
Al 30 giugno 2025, in Italia sono stati identificati circa 220 nidi, distribuiti in 10 regioni:
- 1 in Basilicata
- almeno 45 in Calabria
- 45 in Campania
- 2 in Emilia-Romagna
- 2 nel Lazio
- 2 in Liguria
- 25 in Puglia
- 1 in Sardegna
- circa 90 in Sicilia (dato parziale)
- 7 in Toscana
Questo traguardo è stato raggiunto cinque giorni in anticipo rispetto al 2024, quando i 220 nidi furono toccati solo il 5 luglio.
Ancora più indicativo è il confronto con i dati al 30 giugno 2024: allora i nidi erano circa 170, cioè 50 in meno rispetto ad oggi. Questo incremento, del 30% su base annuale, fotografa un trend in crescita costante che si conferma ormai da tre stagioni consecutive.
Regioni protagoniste e tendenze emergenti
Il 2025 segna exploit significativi in regioni già importanti per la specie:
- Calabria, Campania e Sicilia mostrano un incremento marcato rispetto allo scorso anno, con la Calabria che passa da 34 a 45 nidi (+32%), la Campania da 32 a 45 (+41%) e la Sicilia da 65 a circa 90 (+38%).
- La Toscana, pur essendo tra le regioni con meno nidi, raddoppia da 3 a 7.
- Situazione opposta nel Lazio, che crolla da 6 a 2 nidi censiti, a sottolineare come anche le dinamiche locali (erosione, disturbo antropico, cambiamenti microclimatici) possano influenzare le nidificazioni anno per anno.
- La Puglia si mantiene stabile con 25 nidi, confermandosi regione chiave per la specie.
Eventi unici e segnali da non sottovalutare
Il 2025 si distingue anche per alcune prime assolute e dati eccezionali:
- Il primo nido in provincia di Rimini segna l’espansione verso nord dell’areale riproduttivo in Adriatico, spingendo ulteriormente i confini della nidificazione della Caretta caretta.
- L’Emilia-Romagna, per la prima volta, registra due nidi nella stessa stagione: un segnale importante che richiede nuovi studi sul ruolo del nord Adriatico come habitat riproduttivo emergente.
- Sull’isola di Linosa (Sicilia) sono stati già individuati 4 nidi, un record mai raggiunto dal 2018, che suggerisce condizioni ambientali particolarmente favorevoli in questa piccola perla del Canale di Sicilia.
Dietro i numeri: un esercito silenzioso di tutela
Nessuno di questi nidi sarebbe stato individuato, protetto e monitorato senza il lavoro capillare e instancabile di centinaia di volontari, operatori scientifici, enti locali (ARPA, CRTM Calimera, SZN Anton Dohrn, ecc), Capitanerie di Porto, associazioni ambientaliste (WWF Italia, Legambiente, Caretta Calabria Conservation, ecc) e molte altre realtà, grandi e piccole, impegnate quotidianamente.
Ogni traccia all’alba, ogni segnalazione, ogni recinzione posizionata secondo i protocolli internazionali racconta un pezzo di questa grande sinergia, che unisce professionalità e passione.
L’appello
I nuovi record di nidificazioni non devono farci dimenticare che la Caretta caretta resta una specie vulnerabile (IUCN) e che ogni nido è esposto a pericoli come erosione, urbanizzazione, inquinamento, luci artificiali e disturbo umano. Proteggere queste nidificazioni significa tutelare non solo un rettile antico, ma un indicatore della salute dei nostri mari.
Le tartarughe stanno dimostrando di fidarsi delle nostre spiagge: sta a noi dimostrare di meritarci questa fiducia, continuando a lavorare insieme — volontari, enti, associazioni, istituzioni e cittadini — per proteggere questi luoghi preziosi e garantire un futuro alle Caretta caretta.
Credit foto in evidenza: Micaela Torresi – TAO