Quando nell’estate del 2016 ha iniziato il pattugliamento delle spiagge siciliane, in particolare quelle della costa sud-orientale, la biologa marina Oleana Prato non immaginava affatto che in pochi anni questa regione venisse invasa dalle nidificazioni di tartaruga marina.
Infatti, dopo il boom del 2020 in cui sui soli arenili siracusani e ragusani fu individuato un totale di nidi pari al 61,5% di quelli presenti nell’intera Sicilia (59 su 96) e dopo l’exploit dell’anno successivo, in cui la sola provincia di Siracusa ospitò il 57,9% delle deposizioni regionali (33 su 57), nella stagione riproduttiva in corso i numeri che si registrano sulla costa sud-orientale da Scoglitti (RG) ad Acireale (CT) hanno toccato cifre sbalorditive (98 su 147).
Negli ultimi anni la biologa del WWF ha pattugliato le spiagge da fine maggio ad agosto, coadiuvata dalla preziosa presenza di diversi gruppi di volontari formati dalla stessa Dr.ssa Prato tra i cittadini locali e i turisti fissi. Quest’estate più di altre, il loro contributo è stato indispensabile sia nella ricerca delle deposizioni ma soprattutto nella protezione dei nidi e delle schiuse.
Gli sforzi collettivi hanno fatto la differenza e ad oggi le nidificazioni ispezionate dalla biologa sono addirittura 102, cioè tutte quelle della provincia di Ragusa (27) e di Siracusa (63), a cui bisogna aggiungere quelle catanesi (8) e quelle messinesi (4). Tra queste c’è sia la prima deposizione italiana dell’anno, deposta il 23 maggio sulla spiaggia di Morghella a Pachino (SR), e sia l’ultima in ordine di tempo messa in sicurezza nel pomeriggio odierno a Pozzallo (RG), grazie alla segnalazione di Pinuccio Giardina ai volontari Giovanni Pagano e Terziano Fiorucci.
Questi numeri potrebbero continuare ad aumentare nei prossimi anni, anche come conseguenza della crisi climatica e dunque dell’innalzamento del livello del mare e delle temperature, fattori che potrebbero avere un forte impatto sui modelli di nidificazione delle tartarughe marine e sui tassi di sopravvivenza dei piccoli. Diventa pertanto ancora più importante il lavoro svolta dalla biologa, la quale spera che dal 2024 il supporto dei volontari sia decisamente maggiore, in modo da garantire una sempre più tranquilla gestione di tutte le deposizioni.