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Prevalenza di Salmonella, Cryptosporidium e Leptospira nella testuggine palustre americana invasiva (Trachemys scripta) nel Nord-Ovest dell’Italia

Arturo Inturri by Arturo Inturri
20 Giugno 2025
in News, Pubblicazioni scientifiche
Prevalenza di Salmonella, Cryptosporidium e Leptospira nella testuggine palustre americana invasiva (Trachemys scripta) nel Nord-Ovest dell’Italia
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Moroni, Barbara & Di Nicola, Matteo Riccardo & Garcia Vozmediano, Aitor & Pastorino, Paolo & Esposito, Giuseppe. (2025). Prevalence of Salmonella, Cryptosporidium and Leptospira in Invasive Pond Slider (Trachemys scripta) in North‐Western Italy. Veterinary Medicine and Science. 11. 10.1002/vms3.70439.

Abstract

I laghi e gli stagni naturali presentano generalmente aree verdi frequentate da persone per attività ricreative e sportive. In Italia queste aree sono spesso abitate da testuggini d’acqua dolce non autoctone, presenti anche ad alte densità. Tuttavia, le testuggini d’acqua dolce sono state identificate come portatrici naturali di vari patogeni trasmissibili all’uomo, rendendo cruciale il loro monitoraggio sanitario per prevenire trasmissioni accidentali, sia per contatto diretto sia indiretto. In questo studio è stata indagata la presenza di tre patogeni potenzialmente zoonotici, vale a dire Salmonella, Leptospira e Cryptosporidium, in un gruppo di 83 testuggini d’acqua dolce (Trachemys scripta) catturate in Piemonte, nel nord-ovest dell’Italia. La prevalenza complessiva di infezione è risultata del 9,6%. Salmonella spp. è stata rilevata in dieci esemplari di T. s. elegans e Cryptosporidium ducismarci in un esemplare di T. s. scripta. Salmonella enterica subsp. diarizonae è stata confermata in dieci testuggini d’acqua dolce. Non è stato rilevato alcun DNA di Leptospira. Questi risultati evidenziano che le testuggini, in quanto portatrici asintomatiche di patogeni zoonotici, contribuiscono alla contaminazione ambientale e al rischio per la salute pubblica, sottolineando la necessità di un monitoraggio sanitario delle specie aliene invasive secondo un approccio “One Health”.

Sviluppo dello studio

Lo studio è stato condotto nel Piemonte nord-occidentale, in particolare nel comprensorio dei Laghi di Avigliana, ovvero il Lago Piccolo (60 ettari, 356 m s.l.m.) e il Lago Grande (90 ettari, 352 m s.l.m.), due bacini glaciali interconnessi situati nella bassa Val di Susa, ai margini della pianura torinese. Quest’area, inserita nella rete Natura 2000 (sito IT1110007), è caratterizzata da una notevole biodiversità ma anche dalla presenza invasiva di tartarughe palustri americane (Trachemys scripta), introdotte a seguito di abbandoni da parte di privati cittadini.

La raccolta degli esemplari si è svolta tra il 2021 e il 2022 in modo passivo e opportunistico, tramite il recupero di carcasse di tartarughe accidentalmente intrappolate e decedute in nasse esche utilizzate per il monitoraggio e l’eradicazione del gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii). Le trappole, posizionate manualmente lungo le sponde del Lago Grande e immerse a profondità variabili (tra −80 e −150 cm), sono rimaste in loco per almeno 24 ore. Solo gli esemplari in buono stato di conservazione sono stati trasportati al laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, dove sono stati sottoposti a necroscopia e campionamento biologico.

In totale, sono stati analizzati 83 esemplari di Trachemys scripta, suddivisi tra le sottospecie T. s. elegans (65 individui) e T. s. scripta (18 individui). Ogni esemplare è stato identificato morfologicamente e sottoposto a rilievi biometrici (peso, lunghezza e larghezza del piastrone), sessaggio e raccolta di campioni fecali o tamponi cloacali. Questi ultimi sono stati conservati a −20 °C fino alle analisi.

La ricerca dei patogeni zoonotici si è focalizzata su tre agenti: Salmonella spp., Cryptosporidium spp. e Leptospira spp.. Per l’isolamento di Salmonella, sono stati seguiti i protocolli standard ISO 6579-1:2020, includendo colture selettive e identificazione sierologica tramite spettrometria di massa e antisieri specifici. Il DNA di Leptospira è stato ricercato mediante real-time PCR, mentre Cryptosporidium è stato identificato attraverso PCR e sequenziamento della regione 18S rRNA.

Infine, i dati raccolti sono stati sottoposti ad analisi statistica per valutare l’associazione tra la presenza dei patogeni e variabili biologiche come età e sesso. L’età è stata stimata sulla base dell’area del piastrone, considerata come proxy dimensionale, mentre le differenze di prevalenza sono state analizzate mediante regressione logistica.

I risultati hanno rivelato una prevalenza complessiva di infezione pari al 13,3%. In particolare, Salmonella enterica subsp. diarizonae è stata isolata in 10 esemplari di T. s. elegans (12% del totale), con una marcata incidenza nelle femmine. Cryptosporidium ducismarci è stato rilevato in un solo esemplare di T. s. scripta maschio (1,2%), mentre Leptospira non è stata rilevata in nessun individuo.

L’assenza di lesioni macroscopiche e sintomi clinici suggerisce che questi rettili agiscano da portatori asintomatici, rappresentando una fonte potenziale di contaminazione ambientale. L’interconnessione tra i due laghi di Avigliana, unita alla frequente fruizione antropica delle aree, evidenzia il rischio di trasmissione indiretta di agenti patogeni verso l’uomo e altri animali, giustificando l’urgenza di implementare strategie di sorveglianza e gestione delle specie aliene invasive secondo l’approccio integrato “One Health”.

Conclusioni

Questo studio conferma che le tartarughe palustri americane invasive (Trachemys scripta), presenti nei Laghi di Avigliana in Piemonte, possono fungere da serbatoi asintomatici di agenti patogeni zoonotici. La presenza di Salmonella enterica subsp. diarizonae in una percentuale significativa degli esemplari analizzati, così come il riscontro di Cryptosporidium ducismarci, evidenzia un rischio sanitario potenziale, soprattutto in ambienti umidi frequentati dall’uomo.

L’assenza di Leptospira nei campioni esaminati non esclude la possibilità di un coinvolgimento epidemiologico più ampio, che potrà essere chiarito da futuri approfondimenti. La trasmissione indiretta di questi patogeni, favorita dal contatto con acque contaminate, rafforza la necessità di includere le tartarughe esotiche nei protocolli di sorveglianza veterinaria e ambientale, in un’ottica integrata “One Health”.

Come sottolinea l’autore Matteo Riccardo Di Nicola, “questo nuovo lavoro è da ritenersi preliminare per numero esiguo di campioni e limite dell’area ad ora indagata”. Pertanto, saranno necessari studi su scala più ampia per valutare la reale estensione del rischio e guidare efficacemente le politiche di gestione delle specie aliene invasive.

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