Una nuova ricerca, pubblicata lo scorso 5 ottobre sulla rivista scientifica peer-reviewed “Global Change Biology“, suggerisce che sulle spiagge dell’atollo “The Conflict Group” della Papua Nuova Guinea non è stata registrata una “estrema femminilizzazione” nelle piccole tartarughe marine che stanno nascendo dai nidi deposti dalle Chelonia mydas e dalle Eretmochelys imbricata.
Le tartarughe marine sono animali particolarmente sensibili agli effetti della crisi climatica poichè la determinazione del sesso della prole dipende dalle temperature d’incubazione, con la percentuale di nascite di esemplari di sesso femminile che aumenta quando i nidi sono più caldi.
In netto contrasto con una ricerca pubblicata nel 2018, in cui era stata confermata una percentuale di circa il 99% di femmine nate dai nidi deposti dalle Chelonia mydas alle Raine Island, nel nord della Great Barrier Reef australiana, gli autori di questo nuovo studio hanno stimato che tra il 1960 e il 2019 la percentuale di esemplari di sesso maschile nati dai nidi nell’atollo papuano è stata del 53,8%.
«Probabilmente un sito come quello delle isole del Conflict Group, dove c’è “produzione” di maschi, sarà fondamentale per la sopravvivenza delle future popolazioni qui nidificanti» ha affermato Melissa Staines, prima autrice dello studio e dottoranda presso l’University of Queensland.
Nonostante la temperatura media sia aumentata di 0,6°C dagli anni sessanta, la percentuale di femmine nate è aumentata senza creare squilibrio. Secondo i ricercatori, la discrepanza fra i dati registrati nelle Conflict Island e quelli a Raine Island, distanti tra loro appena 850 km nel Mar dei Coralli, sia dovuto al fatto che il gruppo di isole papuane è interessato da frequenti precipitazioni e da spiagge che abbondano di ombra, a differenza di quelle australiane prive di alberi.
«Tutte le isole all’interno dell’atollo sono fortemente ombreggiate da foreste pluviali tropicali, palme da cocco e palme del genere Pandanus» ha detto Staines. «L’ombra durante il giorno nella maggior parte delle isole può davvero mantenere la temperatura piacevole e fresca in modo significativo».
Il cambiamento climatico non sta dunque avendo un impatto significativo su questa popolazione ma se non verranno presi provvedimento seri contro l’aumento delle temperature mondiali, nei prossimi 80 anni potrebbero registrarsi anche in queste spiagge delle percentuali elevate di esemplari di sesso femminile.
«È davvero importante essere in grado di identificare i luoghi in cui c’è una nascita consistente di maschi, perchè sono i posti che potrebbero sostenere realmente le popolazioni delle spiagge in cui gli hatchlings maschi sono in netta minoranza» ha affermato Christine Madden Hof, responsabile della conservazione mondiale delle tartarughe marine del “World Wide Fund for Nature” e coautore dello studio.
Per maggiori informazioni: Short-term resilience to climate-induced temperature increases for equatorial sea turtle populations
Credit foto in evidenza: Migration Media/World Wide Fund for Nature