È un’immagine che scuote la coscienza collettiva quella proveniente da Anda, località costiera della provincia filippina di Bohol. Lo scorso 3 maggio 2025, una tartaruga verde (Chelonia mydas), specie classificata come in pericolo di estinzione dalla Lista Rossa IUCN, è stata rinvenuta morta incastrata nella barriera corallina antistante l’Ander Divers Garden Resort. L’animale presentava un foro nel carapace, al quale era legata una corda: un dettaglio che ha scatenato indignazione e allarme tra ambientalisti e autorità.
A colpire è soprattutto la modalità del maltrattamento. Quel foro, simile al passaggio di un guinzaglio, ha portato i primi soccorritori a sospettare che qualcuno volesse trattenere la tartaruga come si farebbe con un cane. Una pratica gravissima, oltre che insostenibile per un animale selvatico e protetto, che solleva seri interrogativi sull’intento dell’autore: un tentativo di detenzione forzata? Un maldestro uso dell’animale come attrazione?
A denunciare pubblicamente il caso è stato il programma filippino “24 Oras”, attraverso il contributo del divulgatore Kuya Kim. L’associazione One Pawikan Initiative ha commentato duramente l’accaduto, condannando l’ennesimo atto di violenza verso una specie simbolo della biodiversità marina. Secondo il fondatore Mark David De Guzman, perforare il carapace di una tartaruga è non solo crudele, ma anche illegale: la Legge Repubblicana n. 9147, conosciuta come Wildlife Resources Conservation and Protection Act, punisce infatti tali azioni con sanzioni fino a un milione di pesos (circa 16 mila euro) e pene detentive che possono arrivare a 12 anni.
Le autorità municipali, attraverso l’ufficiale agricolo Ma. Reigelyn Malarijes, hanno espresso preoccupazione e garantito piena collaborazione con il Dipartimento dell’Ambiente (DENR) per far luce sull’accaduto. Non è però la prima volta che episodi simili emergono nel sud-est asiatico: già in passato tartarughe marine sono state sequestrate da privati o trovate ferite, vittime di pesca illegale, commercio o utilizzo improprio.
Questo ennesimo episodio rafforza la necessità di intensificare i controlli sulle coste e di promuovere programmi educativi rivolti alle comunità locali e ai turisti. Le tartarughe marine, tra le più antiche creature del pianeta, non sono mascotte né souvenir: sono sentinelle del mare, e meritano rispetto e protezione.