Due città lontane, Torino e Palermo, si ritrovano oggi accomunate da un problema ambientale che racconta molto di più della semplice incuria: la gestione inefficace delle acque nei parchi urbani.
A Torino, nel parco della Pellerina, un guasto all’elettropompa che alimenta i laghetti ha prosciugato gran parte dell’acqua, mettendo in pericolo la vita di pesci e tartarughe. La corsa contro il tempo per salvarli ha visto l’intervento di tecnici e volontari, ma il problema rimane sintomo di una manutenzione carente.
A Palermo, nel laghetto a forma di Sicilia di Villa Niscemi, la situazione è ancora più drammatica: acqua putrida, tartarughe morte, carcasse galleggianti e un silenzio assordante da parte dell’amministrazione. L’Associazione Comitati Civici di Palermo denuncia da tempo lo stato di abbandono, senza ottenere risposte concrete.
Se a Torino il guasto è stato improvviso, a Palermo il degrado è sistemico e persistente, ma in entrambi i casi la fauna acquatica è vittima dell’inefficienza umana. Dietro queste due notizie c’è una realtà più ampia che tocca molte città italiane: Roma, Milano, Napoli, tutte con esempi simili di stagni trascurati, pompe rotte, animali abbandonati a un destino silenzioso.
Il filo conduttore è la mancanza di una visione chiara sulla gestione del verde pubblico e la totale assenza di un piano nazionale per la tutela della biodiversità urbana. Nei laghetti si riflette il fallimento di una politica ambientale che troppo spesso ignora i piccoli ecosistemi urbani, trattandoli come semplici elementi decorativi. Ma quei bacini d’acqua ospitano vite, equilibri delicati e sono parte integrante della salute ambientale delle città.
Senza manutenzione programmata, senza formazione specifica per il personale comunale e senza una strategia di lungo termine, episodi come quelli di Torino e Palermo continueranno a ripetersi. Non è solo questione di salvare qualche pesce o tartaruga: è il modo in cui ci prendiamo cura – o smettiamo di prenderci cura – dei nostri spazi comuni.
Credit foto in evidenza: Giovanni Moncada