Un insolito studio condotto a New Orleans, effettuato su una tartaruga azzannatrice (Chelydra serpentina) con la particolare caratteristica di possedere un solo polmone, ha permesso di riscontrare similitudini con gli umani nati con un unico polmone e che sopravvivono oltre l’infanzia.
I modelli anatomici digitali 3D creati da Emma Schachner, PhD, assistente di biologia cellulare e anatomia alla “LSU Health School of Medicine” di New Orleans, hanno permesso di effettuare una ricerca più dettagliata.
La particolare condizione consiste in un unico polmone maggiormente ingrandito con una distribuzione del parenchima respiratorio (generalizzazione del tessuto adibito allo scambio di gas) più omogenea, con un bronco opposto che termina dove dovrebbe essere il polmone mancante e co malformazioni della colonna vertebrale; dopo tali osservazioni la Dr.ssa Schachner ha ipotizzato: «È possibile che mutazioni genetiche simili siano in gioco sia nella tartaruga che negli umani che condividono questa condizione».
La tartaruga è stata trovata in Minnesota e portata presso il Centro di Riabilitazione della Fauna Selvatica a causa di una bizzarra deformità del carapace. Solo in seguito è stata diagnosticata la mancanza di un polmone, così da avviare tali approfondimenti; infatti, sebbene la “Chelydra serpentina” sia una specie ben studiata, si sa molto poco sulle anormalità dello sviluppo e sulle patologie dei tessuti molli.
Come già accennato, grazie all’utilizzo di dati di tomografia computerizzata (CT) è stato possibile riportare un modello 3D delle aree di interesse, che hanno permesso un miglior approccio per lo studio e l’analisi dell’animale. Spiega la Dr.ssa Schachner: «Questi tipi di modelli facilitano la visualizzazione di specifiche strutture anatomiche che sono estremamente difficili da vedere negli animali viventi, come i vasi sanguigni e gli spazi aerei, e ci permettono di effettuare valutazioni qualitative e quantitative tra animali senza danneggiare o distruggere i campioni».
Si è notato in particolare che la differenza principale tra la struttura polmonare interna dell’individuo patologico e quella di un adulto in forma è un marcato aumento della superficie e della densità del tessuto che scambia il gas proveniente dalle vie aeree secondarie, un aumento del 14,3% nel rapporto tra superficie e volume. Tale condizione ha ovviamente avuto un impatto sull’animale compromettendo la locomozione acquatica e il controllo di galleggiabilità sott’acqua.
Non si tratta però di una condizione estrema che incide sulla sopravvivenza, la tartaruga infatti rappresenta un sorprendente esempio di difetto congenito non fatale e di come si sia creata una compensazione ad esso. La maggiore comprensione di come le strutture si adattino a tali condizioni crea le basi per uno studio che potrebbero un giorno tradursi in diagnosi migliorate sia negli animali che nell’uomo.
Fonte: www.eurekalert.org