Durante il periodo di nidificazione 2018/19 delle tartarughe lungo la costa occidentale dello stato indiano di Maharashtra, un’ambientalista del posto ha scoperto una invasione di formiche rosse all’interno del 75% delle deposizioni, con oltre 500 uova divorate e con un tasso di sopravvivenza degli hatchlings estremamente basso.
Gli ambientalisti, a causa della mancanza di uno studio dettagliato su come proteggere i piccoli di Lepidochelys olivacea, hanno chiesto aiuto al dipartimento forestale. Nel dicembre 2019 n’è stato così avviato uno per comprendere l’alimentazione ed il comportamento di questa specie di formiche e dunque per trovare una soluzione per prevenire la predazione.
«Questa è la prima volta che uno studio del genere, nel subcontinente indiano, identifica formiche responsabili di tali comportamenti verso le tartarughe» ha affermato Virendra Tiwari, direttore esecutivo della “Mangrove and Marine Biodiversity Conservation Foundation”, che ha finanziato lo studio.
Dopo aver analizzato i dati sulle nidificazioni degli ultimi venti anni lungo questa costa, è stato identificato un importante cambiamento in essi: il periodo di incubazione si è spostato ai mesi estivi di marzo-aprile invece che a gennaio-febbraio, molto probabilmente a causa dei cambiamenti climatici. «La predazione dei nidi è aumentata di pari passo con il balzo in avanti dei mesi» ha riferito Sumedha Korgaonkar, ricercatrice del “Wildlife Institute of India“.
I ricercatori, con l’aiuto dell’esperto Dr. Himender Bharti, hanno identificato la specie delle formiche come Dorylus orientalis (comunemente chiamata formica cieca o formica rossa), originaria di questa parte d’India e conosciuta come parassita agricolo che attacca le colture di arachidi e patate.
E’ stata così escogitata una soluzione naturale utilizzando la “polvere di Neem” (Azadirachta indica) come misura di controllo ecologica lungo le spiagge interessate dalle nidificazione. «Abbiamo scoperto che ciò era efficace al 100%, senza un solo caso di predazione o distruzione delle uova durante la stagione 2019/20 a Wayangani Beach. Tuttavia, la soluzione non è disponibile a livello locale e nella fase successiva dello studio si sta cercando una misura ecologica più autoctona» ha affermato Korgaonkar.
Essendo la Lepidochelys olivacea una specie vulnerabile, nonostante il Covid-19 abbia ritardato il suo inizio, la seconda fase del lavoro di ricerca ha la massima priorità per gli ambientalisti di tutto il mondo.
Fonte: www.hindustantimes.com