Negli ultimi anni, la presenza dei nidi di tartarughe marine individuati sul territorio italiano è in costante crescita (con eccezione dell’anno appena trascorso) e la loro distribuzione è in altissima percentuale tra il Sud Italia e la Sicilia.
A confermare quanto questi rettili marini amino il Mar Tirreno e lo Ionio è stata una ricerca finanziata e svolta dal personale dell’Università di Pisa, della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli e della Regione Toscana. Grazie anche alla collaborazione con il Centro Recupero Tartarughe Marine di Grosseto, è stato possibile seguire la rotta di otto esemplari di “Caretta caretta” che hanno ricevuto cure presso questa struttura o presso il Centro Ricerche Tartarughe Marine “Anton Dohrn” sito a Portici (NA).
A questi esemplari è stato applicato sul carapace un dispositivo di telemetria ambientale satellitare Argos (localizzazioni molto accurate) che ha inviato informazioni dal 2008 al 2016, evidenziando come le tartarughe preferiscano nuotare principalmente nel golfo di Napoli. L’altra zona del Mediterraneo frequentata, ma scelta in maniera minore, è l’area tra la costa nordoccidentale della Calabria e la Sicilia. C’è un altro aspetto poi da non sottovalutare: le “Caretta caretta” si riposano sulle cosiddette montagne sottomarine (seamounts), probabilmente per la loro vicinanza alla superficie dell’acqua, infatti questa varia da poche centinaia di metri fino a qualche decina.
Per maggiori informazioni, per approfondire sull’importanza di questi risultati o per acquistare il PDF della ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “MarineBiology“: Large-scale movements in the oceanic environment identify […].