Sulla rivista scientifica peer-review “Royal Society Open Science” è stato pubblicato un articolo dal titolo “Buried treasure-marine turtles do not ‘disguise’ or ‘camouflage’ their nests but avoid them and create a decoy trail” in cui Malcolm Kennedy, professore di storia naturale presso la University of Glasgow, svela i risultati dell’attività svolta dal suo team.
L’articolo spiega come due specie in via d’estinzione di tartaruga marina, la Dermochelys coriacea e la Eretmochelys imbricata, investono ad ogni deposizione una notevole quantità di tempo ed energia per proteggere le uova e quindi il futuro della specie, nonostante così facendo si espongano all’esaurimento delle proprie energie e ad eventuali predatori.
Dopo aver coperto la camera d’incubazione in cui hanno appena deposto, le femmine trascorrono molto tempo a spargere sabbia anche a diversi metri dal nido e fino ad ora non era stato ancora identificato il motivo di tale comportamento o meglio era stato supposto che ciò avvenisse per mimetizzare il punto esatto della nidificazione.
«Abbiamo seguito da vicino l’attività e i movimenti delle tartarughe embricata e delle tartarughe liuto durante la fase di diffusione della sabbia. Le nostre scoperte supportano fortemente l’idea che le femmine vogliano creare una serie di nidi esca per ridurre la possibilità da parte dei predatori di mangiare le uova» ha dichiarato il Prof. Kennedy.
Dunque, nonostante i rischi extra rappresentati dalla lunga permanenza sull’arenile, è stato visto che le tartarughe possono anche impiegare più tempo per i nidi esca che per la vera deposizione. «Questo atteggiamento supporta fortemente la nostra tesi e quindi che tutto ciò non avvenga semplicemente per mimetizzare il vero nido ma proprio per confondere i predatori, proteggendo i futuri hatchlings e contribuendo così alla sopravvivenza della specie».