Dopo aver ricevuto una soffiata, nella notte di martedì 10 aprile la polizia ha fatto irruzione in una villa situata nella natura selvaggia di Toliara, sulla costa sud-occidentale del Madagascar. Nonostante dall’esterno sembrasse una comune e tranquilla abitazione, al suo interno sono stati trovati quasi 11.000 esemplari di tartaruga terrestre appartenenti alla specie “Astrochelys radiata“, stipati in ogni stanza della casa.
Mai prima d’ora era stata fatta una confisca così grande come numero di tartarughe e poiché si tratta di una specie a rischio estinzione, il ritrovamento assume un’importanza monumentale. Queste tartarughe sono molto richieste come animali domestici in tutto il mondo: la loro particolare livrea le rende altamente desiderate ed i contrabbandieri non si fanno pregare per soddisfare queste folli voglie.
Non si sa ancora da quanto tempo le testuggini fossero tenute li, l’unica cosa certa è che non era presente alcuna traccia di cibo o di acqua e circa 300 esemplari sono stati ritrovati già senza vita. «La disidratazione è il loro peggior nemico in queste situazioni» ha detto Rick Hudson, presidente della “Turtle Survival Alliance“. «Speriamo che basti un buon ammollo per reidratarle e ravvivarle».
Le tartarughe sono state portate velocemente al vicino santuario “Villages de Tortues” ma il numero di veterinari arrivati anche da altre strutture per aiutare in questa grossa emergenza è ancora esiguo. Infatti, nonostante il lavoro sodo svolto e gli sforzi messi in campo, oltre 800 esemplari sono deceduti.
«Questa specie era una delle più numerose al mondo, con una stima di circa 12 milioni di esemplari, mentre ora il suo declino appare sempre più rapido. Oggi si contano solo 27 tartarughe per chilometro quadrato e ciò significa che almeno 400 chilometri quadrati potrebbero essere stati ripuliti da quelle sequestrate» ha riferito Hudson.
La portata della confisca illustra chiaramente l’impatto devastante del bracconaggio di specie protette. Purtroppo ciò non riguarda solo il commercio illegale che ha come fine l’allevamento privato ma ci si può ancora imbattere in campi pieni di carcasse, gettate li dopo aver venduto la carne come ingrediente di qualche antica ricetta alimentare.
L’aspetto positivo di tutta la triste vicenda è che è stato dato un forte colpo al bracconaggio ma bisognerà fare comunque ancora tanto per proteggere questi animali. «C’è bisogno di diffondere la notizia per aumentare l’indignazione internazionale e fare pressioni sulle autorità locali, affinchè intensifichino i controlli e inaspriscano le pene» ha concluso Hudson.