A causa della continua disinformazione sulle esigenze e sulla reale crescita delle comuni tartarughine d’acqua americane e quindi a causa dei continui abbandoni da parte di proprietari incoscienti, la flora e la fauna autoctona acquatica ha subito un forte colpo. Si pensi già solo all’eccessiva diminuzione del numero di Emys orbicularis (tartaruga palustre autoctona) presenti nei nostri corsi d’acqua.
Purtroppo però, ad essere colpita non è solo la fauna acquatica ma anche quella volatile. Ed è proprio questo il motivo che ha spinto la giunta comunale di Zevio (VR) ad approvare con una delibera lo sgombero urgente di tutte le tartarughe abbandonate nel fossato che circonda il castello visconteo (sede municipale).
Questo provvedimento è stato chiesto fortemente dopo che, a metà maggio, l’enorme gioia per la rara schiusa di cinque uova di cigno reale era subito stata seguita dallo sconforto generale, poichè tre pulcini su cinque erano stati divorati proprio dalle tartarughe del fossato.
Si stima che ad essere “gettate” nella peschiera del castello, e ad oggi sopravvissute, siano tra le 400 e 500 tartarughe, principalmente della specie Trachemys scripta ma anche Graptemys e Pseudemys.
L’ipotesi più probabile al momento è il trasferimento presso l’oasi faunistica “Le Risorgive” di Castel d’Azzano (VR), area protetta creata e gestita dall’organizzazione ambientalista onlus “VerdeBlu“. Qui potrebbe esser loro garantito l’alloggio in un laghetto opportunamente costruito per evitare fughe e soprattutto per evitare la riproduzione.