L’alimentazione in cattività delle tartarughe terrestri è uno degli argomenti su cui i neofiti fanno più confusione. Una dieta sana è un fattore fondamentale per tutte le tartarughe e determina la loro crescita ottimale, evitando problemi di salute. Infatti, le patologie nutrizionali son tra le patologie più diffuse nell’allevamento delle tartarughe terrestri e ciò porta appunto a gravi sofferenze da parte del rettile, spesso impercettibili a noi. Le malattie più evidenti, provocate da una scorretta alimentazione, sono la “sindrome della crescita piramidale” e la “malattia ossea metabolica”.
Nell’alimentare le nostre tartarughe, ci sono molti fattori di cui bisogna tener conto. Dobbiamo innanzitutto individuare le giuste esigenze nutrizionali della specie da noi allevata, capire poi come l’habitat naturale incide su di essa e infine bisogna conoscere la composizione degli alimenti che andremo a fornirle.
Esse, in natura, riescono a mantenere un’ottima stabilità nutrizionale grazie alla grande varietà di erbe a disposizione, ma anche grazie alla facile dispersione delle energie assunte nei vasti territori a disposizione. In cattività invece, bisogna ricordarsi che rimangono comunque animali selvatici, anche se esse dipendono unicamente da noi e siamo quindi noi responsabili della loro alimentazione; dobbiamo perciò, cercare di fornire una quantità di cibo adeguata ma soprattutto equilibrata, ricca di fibre e sali minerali ma povera di grassi. Come poi ribadito anche nelle schede nutrizionali, il rapporto Calcio/Fosforo deve essere almeno 2:1. Una buona regola è quella di piantare nel loro spazio in giardino oppure nel loro terrario, una parte di vegetazione che troverebbero nel loro habitat naturale.
Quasi tutte le tartarughe terrestri, son rigorosamente vegetariane e quindi la loro dieta deve essere composta da un miscuglio di erbe spontanee e verdure, alternandola di tanto in tanto con frutta matura. Si consiglia però, di non fornire sempre gli stessi alimenti, in modo da variare la dieta ed apportare così tutti i nutrimenti necessari ad una sana crescita. Per quanto riguarda le tartarughe esotiche, si consiglia inoltre di fornire un buon apporto di alimenti secchi come il fieno, potendo è meglio preferire quello di graminacee (Poaceae). Invece per quella piccola percentuale di tartarughe onnivore, è bene integrare la dieta con invertebrati come vermi, chiocciole (il guscio è ricco di calcio) e tarme della farina.
Mai dimenticare di mettere a disposizione dell’acqua. Nei periodi di pioggia, esse bevono dalle pozzanghere che si formano nel terreno. Nei periodi aridi, ma è meglio se è sempre a disposizione, dobbiamo fornire una fonte d’acqua stabile; il miglior metodo è posizionare dei sottovasi bassi (max 2/3cm d’altezza) pieni d’acqua, nel loro recinto/terrario. E’ possibile anche fare dei bagni di acqua tiepida un paio di volte a settimana, per circa 10/15 minuti; la tartaruga in ammollo, preleverà i liquidi necessari anche tramite la cloaca.
Si ricorda che è bene evitare di fornire cibi diversi da quelli elencati nelle guide presenti su Tartapedia e quindi ribadiamo l’assoluto divieto di fornire cibi come pasta, pane, crocchette per gatti e/o cani, carne, plasmon e tutto ciò non conforme all’alimentazione prevista per la sana crescita delle nostre tartarughe.
Terrestri mediterranee
Si possono considerare tartarughe terrestri mediterranee tutte quelle appartenenti al genere “Testudo” e sono le seguenti: Testudo hermanni (sottospecie hermanni, boettgeri, hercegovinensis e peleponnesica), Testudo marginata, Testudo horsfieldii, Testudo graeca (sottospecie graeca, ibera e tutte le altre) e la Testudo kleinmanni.
La dieta di queste tartarughe, è costituita quasi completamente da vegetazione erbacea che comprende erbe, fiori, foglie verdi e occasionalmente bacche. La frutta non è per nulla un componente significativo e importante nella loro dieta. Esse non assumono poi, alcun tipo di carne differente da quello di invertebrati o di insetti, a cui rare volte danno qualche morso.
In cattività, è importante fornire un alto contenuto di fibra, poche proteine, limitarsi con la somministrazione di frutta e non far mancare mai una fonte di calcio (l’osso di seppia è perfetto oppure le pale di fichi d’india, ricche di calcio e fibre). Come descritto su, in natura mangiano erbe spontanee e difficilmente trovano vegetali usati comunemente nella dieta umana. Possiamo comunque fornire loro i vegetali utilizzati nella dieta umana, seguendo la lista dei “Valori nutrizionali di queste verdure”. Invece per le erbe da fornire, c’è la “Lista delle erbe selvatiche per tartarughe terrestri” (queste guide saranno inserite a breve nel sito).
Terrestri esotiche
In questo capitolo vedremo i diversi bisogni alimentari delle specie esotiche, suddivisi tra quelle delle zone desertiche, quelle dell’areale indiano-pakistano e delle zone africane e meridionali dell’America. Per la guida sulle erbe da fornire, c’è la “Lista delle erbe selvatiche per tartarughe terrestri” (questa guida sarà inserita a breve nel sito).
Esotiche delle zone deseriche
Le specie che vivono in zone desertiche come la Savana (es. Geochelone Centrochelys Sulcata e Pardalis e Geochelone Astrochelys Radiata) seguono una dieta ricca di erbe e fieno, elementi fondamentali per la loro sana esistenza. Per queste specie, le erbe non sono ottime a livello di nutrimento, ma riescono a far funzionare correttamente l’apparato digerente.
Le erbe secche ed il fieno, devono rappresentare almeno il 45/50% dell’intera alimentazione. Ovviamente, cambia la loro disponibilità in base alla posizione geografica; dalle nostre parti è facile procurarsi fieno (ottenuto dall’essicazione dei prati) oppure paglia (derivata dalla trebbiatura delle graminacee). Questa dieta deve essere poi integrata con vari fiori; i più comunemente usati sono quelli dell’hibiscus e del tarassaco. Ottima norma anche quella di fornire delle pale di fico d’India spinate.
Esotiche dell’areale indiano-pakistano
Le specie dell’areale indiano-pakistano come la Geochelone Elegans, seguono esigenze alimentari a metà strada tra quelle mediterranee e quelle delle zone desertiche. Esse hanno bisogno di una dieta ricca di fibre e carboidrati digeribili, ma povera di zuccheri. E’ opportuno evitare di somministrare frutta per non creare problemi a livello dell’apparato digestivo.
La loro dieta deve basarsi principalmente su erbe miste, fiori, foglie verdi e su almeno un 25% di cibo secco (fieno e paglia). Come tutti gli esemplari di tartaruga, anch’esse han bisogno di un apporto di calcio costante, ciò è fondamentale soprattutto nei giovani esemplari e nelle femmine prima della deposizione delle uova.
Esotiche africane e dell’areale sudamericano (specie onnivore)
Le specie africane (es. Kinixys Homeana e Belliana) e sudamericane (es. Geochelone Chelonoidis Carbonaria e Geochelone Denticulata) sono prettamente onnivore, chi in misura maggiore, chi in misura minore.
Oltre ai nutrimenti che normalmente mangiano le altre tartarughe terrestri, nella dieta di queste tartarughe, si devono aggiungere alimenti proteici. E’ preferibile fornire questi ultimi, una volta a settimana ed è possibile fornire, sempre senza esagerare, frutta di stagione matura. Infatti, a differenza delle cugine indiane, il loro tratto digestivo affronta in modo più facile l’assunzione di questi zuccheri.
Per aiutarle ad assumere proteine, è possibile lasciare panni umidi nel loro recinto; questo panno attirerà le lumache che saranno mangiate dalle tartarughe, aiutando la stimolazione gastronomica e l’apporto di calcio. Anche i vermi possono fornire un ottimo apporto, ma dobbiamo assicurarci che non provengano da zone in cui è dedito l’uso di pesticidi.
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