Centocinquantacinque tartarughe giganti “Chelonoidis hoodensis“, tutte tra i 10 ed i 12 anni d’età, sono state rilasciate sull’Isola di Santa Fé (arcipelago delle Galapagos) nell’ambito del progetto di ripopolamento che mira a rimpiazzare la specie autoctona che si estinse 150 anni fa.
Queste tartarughe, allevate presso il Centro di Fausto Llerena, vanno ad aggiungersi alle altre 394 che sono state liberate sull’isola dal 2015 ad oggi. «Le testuggini rilasciate sono state tutte microchippate per renderle più facilmente rintracciabili» ha detto Jorge Carrion, capo del Galapagos National Park.
Gli esperti ritengono che le tartarughe giganti siano arrivate su queste isole vulcaniche circa tre o quattro milioni di anni fa, sfruttando le correnti oceaniche, e che si siano facilmente diffuse grazie all’assenza di predatori naturali. Ciò però è durato fino a due secoli fa, quando le popolazioni di Chelonoidis spp furono fortemente colpite dall’arrivo dell’uomo; i marinai infatti, le imbarcavano per avere sempre carne fresca a bordo ed inoltre, l’attracco delle navi portò su questo arcipelago incontaminato topi, gatti e formiche che si cibavano delle uova delle tartarughe.
Il programma di ripopolamento, gestito dal parco nazionale e dalla ONG “Galapagos Conservancy“, durerà fino al 2026, anno in cui le tartarughe dovrebbero essersi riprodotte in numero tale da aver formato una popolazione ampia al punto da non dover più introdurne altre.