La dannosa relazione tra le tartarughe marine e l’inquinamento luminoso è oramai ben conosciuta; ciò che invece è meno noto, è l’aumento dell’antropizzazione delle fasce costiere interessate dallo sviluppo del turismo legato proprio alla presenza, in quelle zone, delle tartarughe marine.
La luce è un importante strumento di navigazione per questi rettili e l’interferenza umana, attraverso l’illuminazione artificiale, rischia di minare la loro sopravvivenza. Gli hatchlings infatti, appena schiusi, attendono sotto la sabbia il calare della notte per poi fuoriuscire e dirigersi verso la luce dell’orizzonte marino. Le piccole tartarughe però, possono erroneamente seguire il chiarore prodotto dagli edifici o dai lampioni presenti nei pressi della spiaggia, rischiando così la morte per affaticamento, per predazione o investite dalle auto in transito.
Proprio l’anno scorso, a Manduria (TA), alcuni bagnanti ritrovarono una trentina di tartarughine schiacciate sull’asfalto. Ma questo tipo di inquinamento può influire negativamente anche sulle tartarughe adulte in cerca di una spiaggia per nidificare, come nel luglio 2017 quando una “Caretta caretta” fu disorientata dalle luci sul lungomare di Marina del Campo (Isola d’Elba) e finì in strada.
Il boom del turismo legato alla presenza di tartarughe marine ha, di conseguenza, portato all’aumento dell’urbanizzazione (strutture ricettive, ristoranti, veicoli, ecc) in alcune zone costiere chiave per la riproduzione. Un recente studio ha rivelato che meno di un terzo delle aree chiave per la biodiversità del mondo hanno cieli notturni completamente incontaminati, mentre addirittura il 25% giace interamente sotto cieli artificialmente luminosi.
Il governo della Florida (dove ha sede oltre il 90% di tutte le nidificazioni degli USA) ha attuato un programma per controllare tale inquinamento, emanando delle ordinanze a livello comunale per attenuare il bagliore delle luci artificiali con le più recenti tecnologie. Mitigare l’inquinamento luminoso potrebbe rappresentare anche un’opportunità per il settore turistico, poichè tale novità potrebbe attrarre i viaggiatori più attenti all’ambiente.
Con la speranza che tali ordinanze vengano emanate in scala mondiale dai governi locali, si invita i turisti a chiedere informazioni sull’inquinamento luminoso di una struttura prima di prenotare un soggiorno in riva al mare.