E’ passato poco più di un mese dalla violenta esplosione avvenuta nel porto di Beirut, capitale del Libano, in cui purtroppo persero la vita quasi duecento persone e che ha portato lo stato in un profondo collasso economico.
Mentre questo paese asiatico vacilla a causa di molteplici problemi, tra cui la diffusione del Covid-19, dagli ambientalisti arriva uno spiraglio di luce. E’ stato infatti registrato il record di nidificazioni di Chelonia mydas ed il sostanziale aumento delle deposizioni di Caretta caretta.
«L’ultima volta che qui si è visto una crescita del numero di nidi di tartaruga verde è stato durante un’altra crisi in Libano, la guerra con Israele nel 2006. La spiaggia anche allora era deserta» ricorda Mona Khalil, 72enne ecologista ed attivista per la salvaguardia di questi rettili marini.
Sono venti anni che insieme a decine di volontari difende dall’antropizzazione un tratto di costa lungo circa un chilometro. Al-Mansouri Beach è infatti uno dei più importanti siti di nidificazione libanese ma, nonostante sia stata anche dichiarata “zona protetta dalla comunità”, non si è riusciti a fermare la costruzione di un resort proprio sulla spiaggia.
«Quest’anno la crisi economica e pandemica ha fatto sì che la struttura rimanesse chiusa e senza le luci puntate sull’arenile, le tartarughe sono tornate a deporre» ha detto la donna.
Il Libano non è l’unico paese in cui è stato registrato un aumento di nidi di tartarughe marine durante o poco dopo il lockdown. A Phuket gli ambientalisti thailandesi hanno individuato oltre dieci deposizioni di Dermochelys coriacea, specie a rischio estinzione, mentre in Brasile a fine marzo erano già stati quasi seicento gli hatchlings sbucati dalla sabbia.
La foto in evidenza è di Jamal Saidi / REUTERS ©