Il 31 agosto 2019 è scaduto il termine massimo fissato per denunciare il possesso di uno o più esemplari di Trachemys scripta. Tale procedura è stata resa obbligatoria per continuare a detenere legalmente questa specie, dopo che essa è stata dichiarata “invasiva” in tutta l’Unione Europea.
Tra i tanti divieti, c’è anche quello della cessione/vendita tra privati e dunque, nel caso non fosse più possibile garantire un corretto allevamento, tali tartarughe possono essere cedute esclusivamente ad appositi centri di raccolta o ad associazioni autorizzate.
Sul territorio italiano purtroppo, non è facile trovare molte di queste strutture ma pian piano se ne aggiungono di nuove a quelle presenti. L’ultima in ordine di tempo è quella che nascerà all’interno del Parco Regionale del Delta del Po, in immobili concessi gratuitamente fino al 2032.
La Giunta Regionale del Veneto ha approvato nei giorni scorsi l’Accordo di collaborazione tra la regione stessa, l’Ente che gestisce il Parco e l’Università di Padova. Il concordato prevede, oltre alla responsabilità sul benessere degli animali e alle misure di prevenzione per evitare sia la fuga che la riproduzione, anche attività didattiche e sensibilizzazione della popolazione sulla problematica delle specie invasive.
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