Sono passati esattamente tre mesi dal 21 ottobre 2020, giorno in cui si apprende da alcuni giorni locali della provincia di Rimini che: «Vista la pericolosità riscontrata durante i tre sopralluoghi effettuati […] l’edificio è inagibile. Il Comune quindi ha l’obbligo di emanare un’ordinanza di inagibilità, nel frattempo si sta adoperando per cercare delle soluzioni alternative per coloro che attualmente hanno sede alla Bertazzoni».
L’organizzazione “Fondazione Cetacea” gestisce l’Ospedale delle Tartarughe di Riccione (RN) sito nell’ex Colonia Francesco Bertazzoni dal 2008, grazie ad una convenzione triennale stipulata con il Comune. Come poi spiega il presidente Sauro Pari, intervistato da “NewsRimini.it“: «Nel 2012, con l’allora giunta Pironi, ci riunimmo per fare i conti e concordammo, ma purtroppo senza nulla di scritto, che a fronte di 15 mila euro che avremmo dovuto dare al comune, ne avevamo spesi 70 mila per rendere utilizzabile la sede».
Da qualche mese i volontari e le tartarughe ricoverate sono inoltre senza riscaldamento, segnale più che chiaro riguardo le intenzioni dell’amministrazione Tosi, che da parte sua però si difende stimando in centomila euro l’esborso di denaro pubblico per il mantenimento di tale sede. Non tarda ad arrivare la secca risposta di Sauro: «Abbiamo fornito un servizio che ha dato lustro e riconoscimento a Riccione con diverse ore di uscite su emittenti nazionali, che in pubblicità sarebbe costato ben più di centomila euro».
Nell’attesa dello sgombero “forzato” firmato dalla sindaca, ci chiediamo: «Cosa succederà alle nove Caretta caretta attualmente in cura? Verranno improvvisamente messe in strada?». Speriamo che questa “guerra” che ha un sapore più che politico, non provochi ulteriori danni alle povere tartarughe, già vittime dell’antropizzazione.