Pochi giorni fa nel villaggio di Msuka Taponi, distretto di Micheweni, sull’isola di Pemba, facente parte delle isole semi-autonome di Zanzibar in Tanzania, sette persone sono decedute dopo aver ingerito carne di tartaruga marina “avvelenata”.
Il comandante della polizia locale, Juma Said Hamis, ha dichiarato alla BBC che almeno cinque famiglie hanno ingerito la carne nella giornata di giovedì 25 novembre 2021, per un totale di trentotto persone ricoverate in ospedale, di cui la maggior parte già è stata dimessa mentre i tre rimasti in terapia sarebbero in condizioni stabili.
Consumare carne di tartaruga marina è pratica comune per gli abitanti delle isole e delle zone costiere della nazione ed è in generale alimento tradizionale nella regione del Pacifico Occidentale e dell’Oceano Indiano, ma in alcuni casi può causare un tipo di intossicazione alimentare chiamata chelonitossismo.
La sua causa esatta non è nota, si pensa che sia collegata alle alghe velenose che le tartarughe consumano abitualmente come alimento da novembre a marzo.
I primi sintomi si sono manifestati il giorno successivo, portando alla morte un bimbo di tre anni. Altri due poi, sono deceduti la stessa notte mentre gli altri quattro la domenica. «L’avvelenamento infatti può avere un peggior impatto sui soggetti sensibili come bambini e anziani ma anche gli adulti più sani possono soccombere» afferma la “Turtle Foundation“. «Inoltre le tossine si trasferiscono facilmente tramite l’allattamento al seno».
Ad oggi il chelonitossismo è stato associato a quattro specie di tartarughe marine: tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata), tartaruga verde (Chelonia mydas), tartaruga comune (Caretta caretta), tartaruga liuto (Dermochelys coriacea), oltre alla specie d’acqua dolce Pelochelys Bibroni.
Tale avvelenamento spaventa più di altri in quanto gli esami tossicologici ospedalieri standard non hanno rilevato tossine note e per ciò non è stato possibile fornire un antidoto. In ogni caso il recupero da tale intossicazione è possibile se si interviene per tempo ma può richiedere settimane e ancora non è confermato se eventuali effetti collaterali siano permanenti.
Il consumo di questa carne e la derivante problematica è un argomento ormai noto; infatti possiamo ricordare che in Madagascar, a gennaio, sono morti otto bambini ed a marzo altre diciannove persone, tra cui nove bambini. Sono stati segnalati casi anche in Indonesia, Micronesia e nelle isole indiane dell’Oceano Indiano.
Intanto le autorità hanno ora vietato il consumo di tartarughe nella zona dell’isola di Pemba ed il presidente di Zanzibar, Hussein Mwinyi, ha inviato le sue condoglianze alle famiglie tramite il suo canale Twitter.