La stagione di nidificazione in corso, come già detto nelle scorse settimane, ha numeri inferiori rispetto a quelli dei due precedenti anni. Le deposizioni però, anche se lentamente, continuano ad aumentare giorno per giorno e di questo passo quota cento sembra facilmente raggiungibile e superabile.
Dal 26 luglio sono stati messi in sicurezza ben otto nidi, rispettivamente tre in Calabria e in Campania, uno in Puglia e nel Lazio. L’ultimo in ordine di tempo è stato identificato stamani sulla cosiddetta “Costa dei Gelsomini” dal personale dell’associazione Caretta Calabria Conservation, che ha dovuto anche effettuare la traslocazione dello stesso per la troppa vicinanza alla battigia.
Identica cosa è avvenuta due giorni fa, sempre sullo stesso litorale e sempre con le uova deposte a soli sei metri dal mare. Dal lato del Tirreno invece, mercoledì scorso le biologhe del WWF Valentina Paduano e Jasmine De Marco hanno ispezionato una traccia segnalata il giorno precedente sulla spiaggia di Sparvasile, frazione di Bonifati (CS), trovando le uova e confermando così la seconda deposizione dell’anno in provincia di Cosenza.
In Campania è il Cilento a prendersi l’intera scena, con tre nidificazioni avvenute in due notti consecutive, nei quasi cinquanta chilometri che separano Acciaroli (SA) da Marina di Camerota (SA). Nella piccola frazione di Pollica (SA) le tracce sono state individuate il 28 luglio da Giovanni, addetto alla pulizia dell’arenile, mentre il nido camerotano è stato scoperto dai volontari del progetto “CARETTAinVISTA” della SZN di Napoli.
Nella stessa giornata era stata trovata anche una traccia esplorativa sulla spiaggia di Palinuro, frazione di Centola (SA) e, come previsto, è bastato attendere la mattina successiva per avere il bis presso il “Camping Saline“. Le tre deposizioni sono state tutte confermate dal personale autorizzato del Centro Ricerche Tartarughe Marine “Anton Dohrn” di Portici (NA).
Dalla Puglia purtroppo non arrivano invece notizie positive, in quanto la nidificazione è stata scoperta a seguito dell’apertura improvvisa di un canale di bonifica, che ha inondato la camera d’incubazione e sparpagliato sull’arenile di Marina di Lizzano (TA) le uova. Sul posto è intervenuto Gianluca Cirelli, biologo marino del CRTM WWF di Policoro (MT), il quale ha tentato di salvarne il più possibile ma circa la metà erano già compromesse.
Le poche decine di uova recuperate non erano in condizioni ottimali ma sono state comunque trasferite in una camera d’incubazione creata in un punto più idoneo della spiaggia, sperando in un miracolo. Sempre lunedì 26 luglio, è stata diffusa la notizia della scoperta di un’altra deposizione avvenuta il 23 luglio a Ginosa Marina (TA). In questo caso le tracce sono state rinvenute nei pressi del Lago Salinella da due bambini, Luca e Mattia, che hanno subito attirato l’attenzione della Guardia Ecozoofila lì presente.
La nidificazione più a nord degli ultimi giorni è avvenuta in pieno pomeriggio, sotto gli occhi dei fortunati bagnanti presenti sulla spiaggia di Marina d’Ardea (RM). La Caretta caretta è risalita per una decina di metri prima di decidersi a deporre le sue 73 uova nei pressi di un pattino. Sul luogo è giunto il personale della Rete Regionale “TartaLazio“ che, constatando la vicinanza dello scavo con la battigia, ha deciso per la traslocazione. Le operazioni sono state svolte da Roberta Monti e dagli altri biologi della Rete, i quali hanno trasferito le uova a oltre venti metri dal mare, garantendo così la sicurezza del nido in caso di mareggiata.