Abstract
Il cirripede Chelonibia testudinaria è probabilmente l’epibionte più comune e appariscente presente sulle tartarughe marine. Poiché le evidenze suggeriscono che C. testudinaria si insedi sulle tartarughe in aree costiere, questo cirripede potrebbe essere utilizzato come indicatore dell’uso dell’habitat. Tuttavia, la sua utilità a questo scopo è limitata dalla scarsa disponibilità di informazioni sul suo tasso di crescita. In questo studio, sono state stimate le curve di crescita di C. testudinaria su tartarughe verdi (Chelonia mydas) nidificanti presso Cabuyal (10°40′N, 85°39′W) e Playa Grande/Ventanas (10°20′N, 85°51′W), nella Costa Rica nord-occidentale.
I tassi di crescita di 106 cirripedi, prelevati da 38 tartarughe verdi, sono stati misurati durante la stagione di nidificazione 2023/24 e successivamente inseriti in un modello di crescita di von Bertalanffy. Il tasso medio di crescita intrinseco (lunghezza rostro-carinare) è risultato pari a 0,0091 d⁻¹, mentre la lunghezza asintotica è stata di 59,5 mm. E’ stato riscontrato un effetto statisticamente significativo della spiaggia e dell’identità individuale delle tartarughe sui tassi di crescita, che sono risultati quasi doppi rispetto a quelli riportati per C. testudinaria su tartarughe Caretta caretta in Australia.
I risultati indicano che le larve dei cirripedi si insediano mediamente 76 giorni prima dell’inizio della nidificazione delle tartarughe, suggerendo così che le tartarughe in fase pre-nidificante frequentino anch’esse habitat costieri. Inoltre, sono state fornite le prime misurazioni sui tassi di distacco dei cirripedi in tartarughe marine in natura, con il 24,1% dei cirripedi che si staccano dopo un singolo intervallo inter-nidificante (9–21 giorni).
Lo studio rafforza l’utilità di C. testudinaria come indicatore dell’uso degli habitat costieri da parte delle tartarughe marine, pur evidenziando la necessità di ulteriori ricerche sulle variabili che influenzano la crescita di questi cirripedi.
Sviluppo dello studio
Per comprendere la crescita del cirripede Chelonibia testudinaria come possibile indicatore di habitat costieri frequentati dalle tartarughe verdi (Chelonia mydas), i ricercatori hanno condotto uno studio approfondito su due siti di nidificazione in Costa Rica: Cabuyal e Playa Grande/Ventanas, aree note per ospitare consistenti popolazioni di tartarughe verdi. Le spiagge presentano caratteristiche ambientali diverse: Cabuyal è meno frequentata e più selvaggia, mentre Playa Grande è soggetta a una maggiore pressione antropica, fattori che hanno consentito di valutare come il contesto locale potesse influenzare la crescita dei cirripedi.
Lo studio ha coinvolto 38 tartarughe ricatturate più volte durante la stagione di nidificazione 2023/24, sfruttando la loro filopatria e la frequente deposizione di più nidi in pochi mesi. Durante ciascun incontro, sono stati misurati 106 cirripedi registrando lunghezze rostro-carinari e laterali con calibro digitale ad alta precisione, nonché la posizione di ogni individuo sul carapace (dorsale o marginale) e la distanza dalle estremità anteriori e posteriori della corazza. Questi dati sono stati integrati con informazioni sulla dimensione delle tartarughe, la data di cattura e variabili ambientali come la temperatura superficiale del mare, ottenuta tramite dataset satellitari.
Per analizzare la crescita, i ricercatori hanno applicato il modello di von Bertalanffy, stimando i parametri di crescita individuali e confrontando le curve ottenute tra le due spiagge e tra diversi individui. Le analisi statistiche hanno incluso modelli lineari misti che consideravano come effetti fissi la spiaggia, la posizione sul carapace e l’identità individuale, e come effetto casuale la tartaruga, consentendo di verificare differenze significative nei tassi di crescita. È emerso che i cirripedi crescevano più velocemente a Playa Grande rispetto a Cabuyal, e che le differenze erano legate anche all’identità delle tartarughe, suggerendo un ruolo delle caratteristiche fisiologiche individuali (come velocità di movimento, uso dell’habitat e durata delle soste in acque costiere).
Un aspetto di particolare interesse è stato l’uso dei tassi di crescita per risalire al momento di insediamento delle larve sul carapace: secondo le stime, i cirripedi si insediavano mediamente 76 giorni prima della prima deposizione documentata, confermando che le tartarughe iniziano a frequentare habitat costieri ben prima dell’arrivo alle spiagge di nidificazione. Inoltre, lo studio ha permesso di quantificare per la prima volta i tassi di distacco dei cirripedi in natura: circa un quarto degli individui osservati (24,1%) si staccava dopo un solo intervallo inter-nidificante (9-21 giorni), mentre la maggior parte restava attaccata più a lungo, offrendo informazioni preziose sulla durata potenziale della colonizzazione.
Per verificare se i tassi di crescita potessero variare in base alla posizione sul carapace, i ricercatori hanno confrontato le misurazioni tra cirripedi posti in aree dorsali e marginali, trovando che quelli posizionati nella zona dorsale presentavano tassi di accrescimento leggermente superiori. Questo suggerisce che la micro-posizione sul carapace, forse per differenze di flusso d’acqua o protezione da urti, potrebbe influenzare la crescita.
Infine, i risultati ottenuti sono stati messi a confronto con studi precedenti su C. testudinaria in altre regioni e su altre specie di tartarughe, come la Caretta caretta in Australia, mostrando come i tassi di crescita osservati sulle tartarughe verdi della Costa Rica siano quasi doppi rispetto a quelli documentati altrove. Questi dati evidenziano l’importanza di considerare le specificità locali e le caratteristiche ecologiche delle popolazioni di tartarughe quando si interpretano i parametri di crescita dei cirripedi come indicatori di habitat.
Grazie a un approccio metodologico che ha unito rilievi sul campo, analisi biometriche, modellistica di crescita e strumenti statistici avanzati, lo studio ha fornito un quadro dettagliato sulle dinamiche di insediamento, crescita e distacco di C. testudinaria in relazione alle abitudini delle tartarughe verdi, offrendo nuove prospettive per l’uso di questi epibionti come bioindicatori dello sfruttamento degli habitat costieri da parte delle tartarughe marine.
Conclusioni
Questo studio rappresenta un passo importante nella comprensione del potenziale di Chelonibia testudinaria come bioindicatore dell’uso degli habitat costieri da parte delle tartarughe verdi. Le informazioni raccolte sulle curve di crescita e sui tempi di insediamento dei cirripedi hanno dimostrato come la presenza di C. testudinaria sul carapace delle tartarughe possa offrire indizi preziosi sui movimenti e sull’uso delle aree costiere prima della nidificazione, un periodo ancora poco conosciuto nella biologia delle tartarughe marine.
I risultati, che hanno evidenziato tassi di crescita sensibilmente più alti rispetto a quelli riportati in altre popolazioni di tartarughe, suggeriscono che fattori ambientali, caratteristiche individuali delle tartarughe e condizioni locali possono influenzare in modo significativo lo sviluppo dei cirripedi. Inoltre, la stima dei tassi di distacco fornisce per la prima volta un’idea della durata media della permanenza dei cirripedi sulle tartarughe, informazione fondamentale per valutare la validità temporale degli indicatori basati su questi organismi.
Complessivamente, il lavoro conferma che C. testudinaria può essere un valido strumento per studiare gli habitat utilizzati dalle tartarughe in fasi precedenti alla nidificazione, ma evidenzia anche la necessità di ulteriori ricerche per comprendere meglio le variabili che influenzano la crescita e la persistenza dei cirripedi. Queste conoscenze sono essenziali per affinare l’impiego di C. testudinaria come indicatore ecologico e per migliorare le strategie di conservazione delle tartarughe marine, specie vulnerabili che continuano a necessitare di un attento monitoraggio e di una gestione integrata degli ecosistemi costieri.