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Saphira, la rarissima tartaruga di Kemp salvata in Costiera Amalfitana: torna a nutrirsi e diventa un simbolo di speranza

Arturo Inturri by Arturo Inturri
3 Luglio 2025
in News
Saphira, la rarissima tartaruga di Kemp salvata in Costiera Amalfitana: torna a nutrirsi e diventa un simbolo di speranza
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Una notizia che unisce speranza, scienza e un forte richiamo alla tutela del mare: Saphira, giovane esemplare di Lepidochelys kempii — la tartaruga marina più minacciata al mondo — sta lentamente migliorando dopo essere stata soccorsa circa due settimane fa nelle acque di Praiano, in Costiera Amalfitana.

Il ritrovamento di questa specie, considerata un’icona della conservazione marina, è un evento eccezionale: la tartaruga di Kemp è infatti originaria del Golfo del Messico e avvistamenti nel Mediterraneo sono straordinariamente rari. L’esemplare, in evidente difficoltà, è stato notato grazie alla sensibilità dell’equipaggio del Plaghia Charter e all’intervento di Domenico Sgambati e Alba Fagnano, a seguito di una segnalazione ricevuta dall’Area Marina Protetta Punta Campanella. La tartaruga è stata così recuperata in sicurezza e trasferita al Turtle Point di Portici, centro specializzato nella cura delle tartarughe marine gestito dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli.

Un ritrovamento eccezionale: la seconda Kemp’s ridley al CRTM della SZN

L’eccezionalità di questa storia è duplice: Saphira è solo il secondo esemplare di Lepidochelys kempii mai ospitato dal Turtle Point, dopo un caso registrato nel 2014. Questo ritrovamento offre una rara occasione per approfondire le conoscenze su questa specie criticamente minacciata, di cui restano solo poche migliaia di esemplari in natura.
La tartaruga è stata ribattezzata “Saphira” dal team del centro e dai volontari, in onore del drago della saga fantasy Eragon: un simbolo di forza e resistenza, come la sua sorprendente storia.

Le prime cure e i segnali di ripresa

Al momento del recupero, Saphira presentava sintomi di debilitazione severa, tipici delle tartarughe che ingeriscono plastica: letargia, incapacità di immergersi correttamente, ritenzione di gas intestinale. Le prime cure hanno incluso stabilizzazione termica e stimolazione della motilità intestinale.

“A un esame più approfondito ha mostrato vecchie ferite su carapace e testa, che però non sembrano essere la causa del comportamento osservato”, spiega Fulvio Maffucci, tecnologo della Stazione Zoologica Anton Dohrn.

Grazie all’impegno dei biologi marini e dei veterinari del Turtle Point, l’esemplare ha iniziato a espellere grosse quantità di plastica e rifiuti marini presenti nel tratto digerente: un segnale di quanto l’inquinamento da plastica rappresenti un pericolo mortale per queste creature.

Oggi, a distanza di giorni di cure specifiche, Saphira ha ricominciato a mangiare autonomamente, un segnale di miglioramento fondamentale per sperare in un pieno recupero.

Un indicatore degli effetti globali e un messaggio per il Mediterraneo

La presenza di una tartaruga di Kemp nelle acque italiane è un campanello d’allarme: fenomeni climatici estremi, cambiamenti nelle correnti oceaniche e la crescente presenza di plastica possono spingere animali così lontano dal loro areale originario. Ogni individuo che arriva nel Mediterraneo rappresenta un’opportunità unica di studio, ma anche un monito sui rischi che le specie marine affrontano a causa dell’impatto umano.

Come sottolinea la biologa marina Wiem Boussellaa, ricercatrice presso la SZN:

“Saphira ci ricorda che ogni piccolo gesto conta: ridurre la plastica e proteggere il mare è essenziale per garantire un futuro a queste creature straordinarie”.

La forza della collaborazione

Saphira è viva grazie alla catena di solidarietà creata da cittadini attenti, autorità marittime, centri di recupero e specialisti della conservazione. Una sinergia che rappresenta la chiave per proteggere le tartarughe marine e il mare Mediterraneo, un ecosistema unico che merita rispetto e azioni concrete.

Il Turtle Point continuerà a monitorare le condizioni della tartaruga, con la speranza che, una volta completamente ristabilita, possa essere restituita al mare: un gesto di rinascita che sarebbe un potente simbolo di speranza e impegno per la tutela della biodiversità.

Tags: Anton Dohrncentro di recuperocostiera amalfitanakempiilepidochelysnapolispecie raratartarugatartaruga marinatartarughe

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