Un incontro rarissimo e mozzafiato si è trasformato in un’operazione di salvataggio spettacolare lungo le coste del sud-est della Sardegna: una tartaruga liuto (Dermochelys coriacea), la più grande delle tartarughe marine, è stata avvistata il 27 giugno nei pressi di Capo San Lorenzo e poi di nuovo sabato 5 luglio all’interno del porto di Porto Corallo, frazione del comune di Villaputzu.
L’animale, osservato mentre nuotava vicino alla costa, ha emozionato i cittadini presenti per le dimensioni impressionanti e l’eleganza dei movimenti. Tuttavia, dopo essere entrata nel porto, la tartaruga si è purtroppo impigliata più volte nelle cime delle imbarcazioni ormeggiate, rischiando di ferirsi gravemente.
Un intervento delicato e corale
Grazie alla segnalazione immediata da parte del comune di Villaputzu, le biologhe dell’Area Marina Protetta Capo Carbonara si sono recate sul posto con il supporto del Corpo Forestale locale. Dopo un primo intervento da parte di un gruppo di apneisti locali (Deep Blu), che ha cercato di guidare la tartaruga fuori dal porto, le biologhe hanno provveduto a liberarla nuovamente dalle cime, che stavano iniziando a provocare lesioni.
L’animale, dopo ulteriori tentativi di rientrare nel porto e nuove operazioni di disincaglio, è finalmente riuscito a ritrovare in autonomia la strada verso il mare aperto.
Determinante è stata la collaborazione tra cittadini, autorità locali, Polizia Municipale, funzionari e il sindaco di Villaputzu, il direttore e lo staff del porto di Porto Corallo, il Comandante del Distaccamento di Capo San Lorenzo e la Rete Regionale per la Conservazione della Fauna Marina in difficoltà, a conferma di quanto la sinergia tra istituzioni e comunità possa fare la differenza nella tutela della biodiversità marina.
Un gigante degli oceani nei nostri mari
La tartaruga liuto è la più grande tartaruga marina al mondo, con individui che possono superare i due metri di lunghezza e pesare oltre 600 kg. La Dermochelys coriacea è riconoscibile per il carapace privo di scaglie, simile a cuoio, e per la capacità di compiere migrazioni oceaniche transatlantiche. E negli ultimi due anni, le acque italiane hanno regalato avvistamenti tanto emozionanti quanto drammatici.
Nel giugno 2023, un esemplare di circa 300 kg è rimasto tragicamente impigliato a un contrappeso subacqueo al largo della Versilia, morendo dopo disperati tentativi di salvataggio. Pochi mesi dopo, a ottobre, una grossa carcassa di liuto è stata rinvenuta al largo di Ostia, Roma, segnalando un’altra triste perdita.
Non sono mancati però episodi straordinari e fortunati: nel 2024, due spettacolari avvistamenti di tartarughe liuto hanno emozionato i ricercatori e i diportisti, prima al largo delle coste pugliesi e poi, appena un mese dopo, al largo di Ravenna, confermando che la presenza di questi giganti nei nostri mari, sebbene rara, è reale e può offrirci informazioni preziose sui loro spostamenti.
Questi eventi dimostrano come la Dermochelys coriacea, pur essendo una visitatrice eccezionale, continui a frequentare le acque italiane e come ogni incontro rappresenti un’occasione unica per studiare, proteggere e sensibilizzare sulla necessità di tutelare questi straordinari animali.
Un mistero da risolvere
La permanenza prolungata della tartaruga nelle acque costiere di Villaputzu rimane un enigma: le autorità e i biologi stanno valutando se la liuto possa essere debilitata, disorientata o in difficoltà a causa di fattori ambientali come l’inquinamento o anomalie nelle correnti.
L’AMP Capo Carbonara invita chiunque avvisti nuovamente la tartaruga a segnalare immediatamente la sua presenza, evitando di avvicinarsi o disturbarla, per garantire la sua sicurezza e supportare le operazioni di monitoraggio.