Con oltre 200 nidi di Caretta caretta già censiti lungo le sue coste, la Sicilia si conferma nel 2025 uno dei baluardi più significativi per la riproduzione delle tartarughe marine nel Mediterraneo. È un risultato eccezionale, che supera i 192 nidi segnalati nel 2024 (dato aggiornato al 26 settembre ’24) e che si pone in netto contrasto con i soli 35 nidi registrati nel 2022, anno particolarmente scarso per tutta la penisola. Questa impennata conferma il trend positivo osservato negli ultimi anni e riflette l’efficacia delle azioni di monitoraggio, tutela e sensibilizzazione svolte in modo capillare lungo il territorio regionale.
Il successo riproduttivo è frutto di un attento e continuo lavoro di sorveglianza delle spiagge, reso possibile grazie alla collaborazione tra enti pubblici, aree protette, ricercatori, volontari e cittadini attenti. Il numero attuale comprende non solo le nidificazioni sull’isola principale, ma anche quelle segnalate nelle isole minori, come le Pelagie, dove la stagione ha già raggiunto risultati senza precedenti: 17 nidi a Lampedusa – con la maggior parte concentrata nella celebre Spiaggia dei Conigli – e 5 a Linosa, isola che ha anche ospitato la prima schiusa italiana del 2025, con una percentuale di successo straordinaria (94 neonate su 105 uova deposte).
In provincia di Agrigento, inoltre, sono stati censiti anche 9 nidi all’interno dell’Oasi WWF di Torre Salsa, area costiera protetta, testimonianza del ruolo fondamentale giocato dalle riserve naturali nella conservazione della biodiversità. L’identificazione tempestiva delle tracce di emersione, avvenute in piena notte, ha permesso di mettere in sicurezza le uova e di monitorarne l’evoluzione giorno per giorno.
Questo boom di nidificazioni siciliane si inserisce in una stagione straordinaria per tutta la penisola italiana, che ha ormai superato i 500 nidi complessivi. Ma al di là dei numeri, ciò che colpisce è la progressiva espansione delle aree di nidificazione, con nuovi tratti di costa ogni anno colonizzati da tartarughe femmine pronte a deporre. Una dinamica che gli esperti attribuiscono sia a fattori naturali (come il cambiamento climatico e la variazione delle temperature sabbiose), sia al crescente sforzo di protezione e sensibilizzazione ambientale.
Il caso della Sicilia dimostra come la sinergia tra scienza, cittadinanza attiva e tutela ambientale possa produrre risultati concreti. Ogni nido scoperto e protetto, ogni schiusa accompagnata, ogni piccola tartaruga che raggiunge il mare rappresenta un tassello fondamentale per il futuro della specie.
In un Mediterraneo sempre più fragile, minacciato da inquinamento, turismo non regolamentato e mutamenti climatici, la Sicilia si afferma come un laboratorio a cielo aperto per la conservazione attiva della Caretta caretta, e il record di nidificazioni del 2025 ne è la prova più tangibile.