Sabato 27 settembre, 104 giovani tartarughe allevate nello stagno del tempio Hayagriva Madhab a Hajo, nello Stato indiano dell’Assam, sono state rilasciate nel bacino Hadug Beel, parte del Pobitora Wildlife Sanctuary. Quest’area protetta, celebre per ospitare una delle più alte densità di rinoceronti indiani al mondo, diventa ora anche rifugio per queste specie di rettili acquatici.
L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra il tempio, il Dipartimento Forestale dell’Assam, la Turtle Survival Alliance e il Wildlife Research and Conservation Society con sede a Pune.
Il ruolo dei templi nella tutela delle tartarughe
In Assam, molte specie di tartarughe sono strettamente legate al culto religioso: considerate sacre, vengono spesso mantenute negli stagni dei templi. Tuttavia, la crescente pressione antropica e la perdita di habitat hanno reso questi luoghi non più sufficienti a garantire la sopravvivenza delle popolazioni. Da qui nasce il progetto di trasformare gli stagni sacri in vere e proprie nursery per la conservazione, da cui ripopolare i corsi d’acqua naturali.
Il rilascio del 27 settembre è il più recente di una serie di azioni che, negli ultimi anni, hanno portato alla reintroduzione di centinaia di individui.
Le specie coinvolte
Tra le tartarughe liberate figurano alcune delle specie più minacciate del subcontinente indiano:
- Black Softshell Turtle (Nilssonia nigricans)
Classificata come Critically Endangered dalla IUCN, era ritenuta estinta in natura fino a pochi anni fa. Sopravviveva solo negli stagni dei templi dell’Assam, da cui è ora oggetto di progetti di reintroduzione controllata. - Indian Softshell Turtle (Nilssonia gangetica)
Diffusa nei grandi fiumi del Gange e del Brahmaputra, è considerata Vulnerable. Ha un ruolo ecologico fondamentale, in quanto predatore opportunista che contribuisce a mantenere l’equilibrio negli ecosistemi fluviali. - Indian Tent Turtle (Pangshura tentoria)
Specie meno minacciata ma comunque importante per la biodiversità locale, vive in acque dolci a lento scorrimento e funge da indicatore della qualità degli habitat acquatici.
Un messaggio di speranza
Il rilascio delle 104 tartarughe non è soltanto un successo per la conservazione, ma rappresenta anche un ponte tra tradizione e scienza: la cultura religiosa che per secoli ha protetto questi animali sacri diventa oggi alleata di programmi scientifici moderni per la tutela della biodiversità.
Gli esperti sottolineano che questi rilasci dovranno essere seguiti da monitoraggi a lungo termine, per verificare la sopravvivenza e l’adattamento delle tartarughe nel loro habitat naturale.